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Governo respinge iniziativa “reddito di base incondizionato”

(Keystone-ATS) Il Consiglio federale si dichiara contrario all’iniziativa popolare federale “Per un reddito di base incondizionato”. In un messaggio odierno al Parlamento, il governo fa notare che l’applicazione di un testo simile avrebbe pesanti conseguenze indesiderate sull’ordinamento economico, sulla coesione sociale e sul sistema di sicurezza sociale della Svizzera. Per poter finanziare il sistema, andrebbero poi aumentare in modo considerevole le imposte.

L’iniziativa popolare prevede l’obbligo per la Confederazione di introdurre un reddito di base incondizionato che consenta a tutte le persone residenti in Svizzera di condurre un’esistenza dignitosa, si legge in un comunicato odierno dell’esecutivo. L’importo esatto e il finanziamento dovranno essere disciplinati a livello di legge. I promotori del testo propongono 2’500 franchi mensili per gli adulti e 625 franchi per bambini e giovani.

Si tratterebbe – continua la nota – di una modifica totale del contratto sociale. Oggi solo chi non è in grado di realizzare un guadagno sufficiente beneficia di un sostegno finanziario. Con un reddito incondizionato tutti riceverebbero qualcosa senza dover fornire alcun contributo alla società.

Secondo il Consiglio federale, per evitare un peggioramento delle singole economie domestiche, bisognerebbe poi mantenere prestazioni finanziarie che superano il nuovo reddito di base, fatto che non semplificherebbe la sicurezza sociale. Inoltre, l’attuale politica mira a reintegrare al più presto le persone nel processo lavorativo, mentre l’iniziativa mette in discussione questo principio e ne comprometterebbe l’applicazione.

Con un reddito di 2’500 franchi mensili, dal punto di vista finanziario, per diversi gruppi di persone non converrebbe più lavorare. Questo vale in particolare per coloro che guadagnano meno o poco più della cifra in questione. L’incentivo al lavoro potrebbe diminuire comunque anche per altre categorie, a causa dell’onere fiscale elevato. La mancanza di lavoratori potrebbe comportare il trasferimento all’estero di diverse attività, e per le aziende straniere diventerebbe meno interessante stabilirsi in Svizzera.

Sempre prendendo come base un reddito mensile di 2’500 franchi, nel 2012 il finanziamento sarebbe costato 208 miliardi di franchi, di cui 55 miliardi avrebbero potuto essere trasferiti dalle prestazioni di sicurezza sociale esistenti e 153 miliardi avrebbero dovuto essere prelevati con imposte aggiuntive; ciò corrisponde a oltre un quarto del prodotto interno lordo. 128 miliardi sarebbero stati coperti con imposte sul reddito da lavoro e 25 miliardi avrebbero dovuto essere prelevati con ulteriori tasse.

Per tutte queste ragioni, il Consiglio federale respinge l’iniziativa senza opporle un controprogetto diretto o indiretto.

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