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Grecia: Austria chiede contributo Svizzera, Calmy-Rey non vuole

(Keystone-ATS) BERNA – Dopo le scaramucce bilaterali con Germania, Italia e Francia, anche l’ultimo grande vicino, l’Austria, alza il tono nei confronti della Confederazione. Il cancelliere Werner Faymann chiede alla Svizzera un contributo per salvare banche e mercato finanziario europeo. La consigliera federale Micheline Calmy-Rey però non ci sta.
Ieri, in un’intervista radiofonica, il capo del governo austriaco Faymann (partito socialdemocratico, SPÖ) ha denunciato l’atteggiamento della Svizzera, che nelle “strette” relazioni economiche con l’Unione europea (Ue) cerca “di estrarre quanto vi è di buono, isolandosi invece rapidamente quando vi sono costi o effetti negativi”.
Faymann riconosce che Berna non è membro dell’Ue, ma precisa che attraverso i numerosi accordi bilaterali vi è quasi associata. In nome della solidarietà con il continente, la Confederazione dovrebbe versare “contributi” per “salvare le banche e il mercato finanziario”.
Giovedì scorso il capogruppo SPÖ in parlamento Josef Cap, in un’intervista concessa al quotidiano austriaco “Kurier”, era stato ancora più chiaro. Ecco le parole che il giornale ha giudicato “insolitamente dure nei confronti di un Paese amico confinante”: “questi opportunisti svizzeri mi irritano. Nelle loro banche giace il denaro sporco greco e di tutta Europa” e così sottraggono agli Stati entrate fiscali. “Le banche svizzere sono salvate dal denaro dell’Ue (550 miliardi di euro, stando al politico), ma qual è ora il contributo degli svizzeri alla stabilizzazione?”
Reagendo alle affermazioni di Cap, l’ambasciatore svizzero a Vienna Oscar Knapp, contattato dal “Kurier”, aveva manifestato “sorpresa” per la “veemenza dell’attacco”; oggi alla “NZZ am Sonntag” il capo della missione elvetica non cela una “lieve irritazione”.
Intervistata dal domenicale, la direttrice del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Micheline Calmy-Rey dal canto suo giudica ingiustificata la richiesta di un contributo al pacchetto di salvataggio dell’area euro. Le critiche rivolte alla Svizzera “sono infondate e rivelano l’ignoranza sul ruolo del nostro Paese nella comunità internazionale”.
“Quale membro del Fondo monetario internazionale (FMI) la Svizzera partecipa al suo programma di stabilizzazione. Inoltre la Banca nazionale svizzera (BNS) sostiene l’euro attraverso l’acquisto di valuta”, afferma la consigliera federale. La BNS in caso di necessità dovrà fornire al FMI – che ne dovrà fare prima esplicita richiesta – fino a 11 miliardi di franchi e gli acquisti di euro finora hanno pesato sui risultati della BNS per circa 5 miliardi.

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