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Hillary, ‘America a resa conti, io presidente tutti’

Hillary Clinton la prima donna candidata alla Casa Bianca. Keystone/AP/MARK J. TERRILL sda-ats

(Keystone-ATS) Queste elezioni sono la “resa dei conti” per l’America: in gioco ci sono due visioni della realtà. Hillary Clinton delinea la sua: una realtà fatta di unità, di compromessi, ma anche di azione. E di rispetto dei diritti di tutti.

Emozionata e tesa quando sale sul palco per il discorso di chiusura della convention democratica, l’ex first lady si scalda con il passare dei minuti e con gli applausi e i cori del pubblico. In platea solo pochi manifestanti: cercano di farsi sentire ma sono ammutoliti dal resto del pubblico al grido di ‘Hillary Hillary’.

Qualche cartellone sporadico con ‘no war’ o con il nome di Jill Stein, il candidato del Partito dei Verdi alla Casa Bianca, si intravede qua e là, nascosto dalla marea di cartelloni pro Hillary. Le proteste temute non ci sono state. Lo stesso Bernie Sanders, poco prima l’ingresso di Hillary sul palco, avrebbe invitato nuovamente il suo popolo a non manifestare in sala, per non rovinare la festa e soprattutto per non dare l’immagine di un partito spaccato.

A presentare l’ex segretario Chelsea Clinton, “figlia orgogliosa” che chiede di votare per la madre. Hillary la segue da dietro le quinte, su uno schermo. Sul palco si abbracciano, poi Chelsea le lascia la scena. “L’altro giorno vi ho raccontato che la nascita di Chelsea è stato il momento più bello della mia vita. Sentirla dal palco stasera è stato quasi uguale”, twitta Bill Clinton.

Hillary sale sul palco, tutta vestita di bianco e con un nuova acconciatura che la ringiovanisce. Inizia a parlare: l’incertezza lascia il campo alla sicurezza e alla determinazione, e Hillary decolla. Racconta di sé stessa, dalle sua famiglia: “Nessuno di noi ha il suo nome su un grattacielo. Siamo costruttori di un altro tipo” afferma, riferendosi indirettamente a Trump. Delinea la sua visione dell’America, una visione ottimista. “L’America è grande. Non lasciatevi dire da nessuno che siamo deboli. E non credete a Donald Trump che dice di essere l’unico a poter risolvere i problemi”, spiega, citando le parole di Franklyn Delano Roosevelt. “L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura, è la paura. Ma noi non abbiamo paura” .

“L’economia non è dove dovrebbe perché la democrazia non funziona. La mia missione come presidente – promette la candidata alla Casa Bianca – sarà creare più opportunità e più posti di lavoro con buoni stipendi. Sarà la mia missione dal primo all’ultimo giorno”, aggiunge, assicurando che la sua sarà una leadership “ferma e solida”.

Ringrazia Bernie Sanders e ai suoi sostenitori dice: “Vi ho sentito, la vostra causa è la nostra causa”. E Sanders si congratula con Hillary su Twitter: “Uniti siamo più forti”. Dalla candidata è arrivato proprio un messaggio di unità, un’unità che serve al Paese per affrontare i principali nodi, quali le armi, le tensioni razziali e l’immigrazione. Trump è presente direttamente e indirettamente nel suo intervento: “A chi si scalda con un tweet non possiamo dare il codice nucleare” , dice Hillary. Il tycoon proprio su Twitter la attacca al termine del discorso: “Ha paura di nominare l’Islam radicale. È sotto Wall Street, non la riformerà”. Barack Obama promuove Hillary: “Un grande discorso. È pronta. Non molla mai. E per questo deve essere il nostro prossimo presidente”.

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