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Hong Kong: Lam ringrazia la Cina, tornerà la stabilità

La governatrice di Hong Kong Carrie Lam. KEYSTONE/EPA/JEROME FAVRE sda-ats

(Keystone-ATS) La governatrice di Hong Kong Carrie Lam esprime ringraziamenti alla Cina per aver valutato le opinioni di governo e comunità locali, e “preso in considerazione la situazione pratica” della città nel processo di elaborazione della legge” sulla sicurezza nazionale.

In una lunga nota, Lam si dice “incoraggiata dal forte sostegno pubblico” e fiduciosa che “i disordini sociali che hanno turbato la gente di Hong Kong per quasi un anno si allentino” con il ripristino della stabilità, il ritorno allo sviluppo economico per migliorare il sostentamento delle persone.

La mossa della Cina, che ha causato la dura opposizione di Usa, Ue e Gran Bratagna, è vista come una stretta all’ampia autonomia di Hong Kong prevista al momento del passaggio della città dalla sovranità di Londra a quella di Pechino.

La Cina ha affermato che la nuova legge prenderà di mira solo un piccolo gruppo di persone, avendo lo scopo di colpire separatismo, sovversione, terrorismo e interferenze straniere e puntando a riportare l’ordine a Hong Kong dopo un anno di aspri e violenti scontri.

Per i critici, invece, la mossa di Pechino, decisa scavalcando in pieno il parlamentino locale, darà un forte colpo alla città sia per lo status di hub finanziario sia sul fronte delle libertà politiche e di espressione.

Boris Johnson conferma la reazione, inquieta, ma per ora prudente, del Regno Unito alle notizie sull’imposizione a Hong Kong della nuova legislazione. “Naturalmente siamo profondamente allarmati”, ha detto il premier a Dudley rispondendo ai reporter a margine di un discorso su temi economici e riservandosi di “verificare” se il testo sia “in conflitto con la dichiarazione congiunta” firmata con Pechino al tempo della restituzione dell’ex colonia britannica.

Secondo il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, “questa legge rischia di minare seriamente l’alto livello di autonomia di Hong Kong e l’indipendenza del potere giudiziario. La Ue deplora questa decisione”.

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