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Houellebecq, sono sempre stato per la democrazia diretta

"La sinistra è finita", dice lo scrittore. KEYSTONE/EPA EFE/ANDREU DALMAU sda-ats

(Keystone-ATS) “In fondo sono sempre stato per la democrazia diretta”: lo afferma Michel Houellebecq – lo scrittore francese molto noto in particolare per il suo romanzo “Sottomissione”, uscito l’anno scorso – interrogato dalla Weltwoche sui suoi rapporti con la Svizzera.

In una lunga intervista pubblicata oggi dal settimanale zurighese Houellebecq afferma di non aver mai condiviso le idee della sinistra, in nessun ambito, ma di non essere nemmeno mai stato veramente per la destra. Bensì, appunto, per un approccio di democrazia diretta.

“Sapevo poco della Svizzera, ma avevo sempre un’opinione su tutto in ambito politico”, spiega il 60enne. “Il solo pensiero di essere rappresentato non mi piaceva e per questo non ho quasi mai partecipato alle elezioni”.

“Voglio che mi si chieda direttamente la mia opinione”, auspica lo scrittore. “Ma che questo sia il modello praticato in Svizzera l’ho scoperto solo in un secondo tempo”.

Secondo Houellebecq la sinistra in Francia è ormai perduta, perché non ha più alcuno sostegno popolare. “Difficilmente possono riformarsi, le loro idee sono in gran parte rifiutate”. I partiti di sinistra sentono che stanno scomparendo e diventano cattivi: è il tipico caso della bestia che si sente braccata e che diventa pericolosa, sostiene l’autore assurto a fama internazionale con romanzi come “Le particelle elementari” (1998), “Piattaforma” (2001) e “Sottomissione” (2015) .

Per Houellebecq la crescita del Front National è spiegabile solo con il fatto che è l’unica formazione antieuropea, mentre negli altri partiti le voci critiche nei confronti dell’Ue vengono messe a tacere. È soltanto da poco che la formazione di Marine Le Pen ha inglobato il sentimento anti-islamico dei francesi, osserva.

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