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I tassi negativi non hanno fatto soffrire le banche svizzere

(Keystone-ATS) Le banche svizzere attive sul mercato interno hanno vissuto un 2015 pieno di sfide, ma l’anno non si è rivelato necessariamente difficile: malgrado i tassi negativi le operazioni redditizie si sono rivelate stabili. Le cose potrebbero cambiare.

Gli istituti finanziari cantonali lo scorso anno hanno fatto stato di un’attività soddisfacente, ha indicato nei giorni scorsi l’Unione delle banche cantonali. Tale evoluzione non sorprende affatto Roger Stettler, responsabile del consiglio strategico del segmento banche e mercato dei capitali di EY Suisse, interrogato dall’ats.

“Stando ai calcoli attuali, l’introduzione di tassi di interesse negativi non ha intaccato le banche svizzere di dettaglio – rileva Stettler -, certo, così come negli anni passati, nel 2015 gli istituti hanno visto i loro margini contrarsi tra 0,03 e 0,04%, ma hanno potuto compensare tale erosione grazie a una crescita del volume di crediti ipotecari”.

La differenza tra le varie banche è rimasta stabile: malgrado le accresciute esigenze in materia di gestione dei capitali e dei rischi, lo scarto tra i migliori istituti attivi in operazione di interessi e quelli meno buoni non è aumentato.

Tuttavia ciò non significa che i tassi di interesse negativi non abbiano modificato gli affari delle banche attive sul mercato interno. Per certi istituti il rafforzamento dei tassi negativi si è tradotto in un forte aumento dei costi di copertura, mentre altri sono riusciti a contenere le spese.

Per la Banca cantonale di Lucerna tali costi di copertura nel 2015 sono ammontati a 59,7 milioni di franchi. Valiant, con un volume ipotecario quasi identico, ha speso soltanto 15 milioni ed è riuscita ad aumentare la redditività da operazioni portatrici di interessi e margini.

Al contrario, le banche cantonali di Lucerna, Vaud o la Banca Migros hanno registrato una contrazione dei loro prodotti rispettivamente del 5,3%, 6% e 6,8%.

Sempre secondo Stettler, i tassi di interesse negativi hanno aumentato la differenza tra le banche in materia di rifinanziamento. “Attualmente – dichiara – è più vantaggioso rifinanziarsi sul mercato dei capitali, con l’emissione di obbligazioni e lettere di impegno”.

Gli averi della clientela, invece, attualmente rappresentano la forma di rifinanziamento più onerosa per le banche, poiché queste ultime finora non hanno fatto ripercuotere i tassi negativi sui fondi dei risparmiatori. In tal modo Valiant ha potuto ridurre nettamente i costi di rifinanziamento, grazie all’emissione più vantaggiosa di obbligazioni e lettere di impegno, spiega l’istituto nel suo rapporto annuale.

Da parte sua Banca Migros ha indicato di non aver fatto ricorso né ad altri istituti né al mercato dei capitali: il finanziamento dei crediti tramite il risparmio della clientela si è chiuso con un aumento dei costi. Questa pratica, tuttavia, non rappresenta un problema per la banca del “gigante arancione” e le altre che operano in modo identico, ma se la fase degli interessi negativi dovesse perdurare – secondo EY Suisse – allora il quadro potrebbe mutare radicalmente e si tradurrebbe in una accresciuta concorrenza, con l’arrivo sul mercato ipotecario di attori quali le casse pensione o gli assicuratori. Questi ultimi infatti possono rifinanziarsi a un costo minore e offrire così crediti ipotecari a tassi più bassi di quelli delle banche.

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