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Idroelettrico e atomo, ecco le proposte per salvare il settore

(Keystone-ATS) A pochi giorni dall’annuncio di Alpiq di voler di vendere fino alla metà dei suoi impianti idroelettrici il mondo politico si interroga su come sostenere un settore che appare in grave crisi. Sui domenicali c’è chi propone società di salvataggio o fondi statali.

Christoph Blocher vuole da parte sua sovvenzionare l’energia nucleare.

Urs Gasche, consigliere nazionale (PBD/BE) e presidente del consiglio di amministrazione del gruppo BKW, vedrebbe di buon occhio la costituzione di una società di salvataggio, in cui dovrebbero investire anche grandi banche come UBS o Credit Suisse.

Il probabile futuro presidente del PPD Gerhard Pfister avanza da parte sua l’idea di un fondo statale per gli impianti idroelettrici. Per far competere tutte le fonti energetiche ad armi pari l’ex consigliere federale Christoph Blocher punta invece a sovvenzionare anche l’elettricità prodotta nelle centrali atomiche.

La proposta di creare un’apposita società in cui convogliare gli impianti a rischio di fallimento non piace però agli interessati. Per la presidente della direzione di BKW, Suzanne Thoma, la discussione arriva troppo tardi: l’azienda ha indicato che chiuderà la centrale di Mühleberg entro la fine del 2019 e ogni ritardo costa soldi.

Per Andrew Walo, numero uno di Axpo – che controlla i reattori di Gösgen, Leibstadt e Beznau – non vi sono i presupposti giuridici e politici per una società di salvataggio. E non sono state risolte nemmeno le questioni relative alla sicurezza dell’approvvigionamento e alla sostenibilità economica delle centrali.

Visti i bassi prezzi dell’elettricità le imprese elettriche tornano a criticare i canoni d’acqua. Ma il consigliere di stato grigionese Mario Cavigelli mette le mani avanti: i cantoni alpini non devono rinunciare a questi tributi.

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