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Il computer ha imparato a comporre musica grazie al EPFL

L'intelligenza artificiale ora riesce a comporre musica; ciò grazie agli scienziati del Politecnico federale di Losanna. Keystone/ALESSANDRO DELLA BELLA sda-ats

(Keystone-ATS) Ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno sviluppato un algoritmo per un “compositore artificiale” di musica, sviluppando un altro ramo dell’intelligenza artificiale.

Per adesso il Deep Artificial Composer (DAC) ha imparato a comporre melodie a una sola voce, nel genere della musica folk irlandese e del klezmer ebraico, ma può imitare qualsiasi stile e senza plagiare alcun brano.

“Il compositore artificiale può produrre melodie complete, con un inizio e una fine, che sono nuove e che condividono la caratteristica dello stile”, spiega in un comunicato uno degli autori, Florian Colombo, scienziato e violoncellista.

Finora l’intelligenza artificiale era in grado di creare partiture ricorrendo alla teoria musicale, ma senza comporre melodie complete e con l’intervento umano in post-produzione.

Il prototipo del DAC potrebbe essere il capostipite di futuri compositori “in tempo reale”, che inventano rapidamente brani per i videogiochi.

Il sistema impara gli stili musicali analizzando come le note si alternino in un determinato brano. Dopo aver fatto questo, calcola la probabilità del tono e della durata della nota in arrivo. Per migliorare questa capacità, l’algoritmo si allena su più partiture, di qualsiasi stile. Una volta completato l’allenamento, il compositore artificiale è pronto per creare nuove melodie.

L’algoritmo che è alla base del compositore artificiale si basa sulla rete neurale artificiale, chiamata “memoria a lungo/breve termine” utilizzata per il riconoscimento vocale anche da Google, Apple e Microsoft.

Secondo Wulfram Gerstner, direttore del laboratorio di neuroscienze computazionali dove è stato sviluppato il prototipo, “il compositore artificiale fornisce anche un’idea di come funziona il cervello umano” perché “per creare musica con successo sono necessarie reti neurali in grado di conservare informazioni su diverse scale temporali”. Questo implica che “la capacità del cervello umano di conservare le informazioni, anche dopo molto tempo, è fondamentale per comporre la musica”.

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