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Immigrazione: stampa critica decisione Consiglio federale

(Keystone-ATS) L’iniziativa contro l’immigrazione di massa dovrebbe essere applicata mediante una clausola di salvaguardia consensuale con l’UE.

Ma non essendo arrivati ad un accordo con Bruxelles e visto che il tempo stringe il Consiglio federale ha un piano B: attivare una clausola unilaterale. La stampa ha reagito in maniera critica.

“Il Consiglio federale ha sì rispettato le scadenze, ma non porta a niente dibattere in Parlamento su un piano B che nessuno vuole veramente”, scrive il “Blick”.

“Ora i parlamentari possono continuare la corsa ad ostacoli sulla quadratura del cerchio”, commenta la “Neue Zürcher Zeitung”. “Naturalmente anche i suoi inventori (della clausola di salvaguardia unilaterale, ndr) sanno che non funziona e che è solo una soluzione provvisoria per tenere il posto a qualcosa di meglio (…) che la sostituirà”.

Questa clausola di salvaguardia è molto vaga, secondo il “Tages-Anzeiger” e il “Bund”. “Guadagnare tempo, non offrire troppi punti d’attacco: si possono capire le riflessioni del Consiglio federale. Tuttavia lo spazio di manovra per la Svizzera continua a restringersi. L’abilità tattica del Parlamento sarà richiesta nei prossimi mesi come raramente è successo in passato. La clausola di salvaguardia unilaterale non sarebbe in ogni caso una buona soluzione. Porterebbe, se non la caduta dei bilaterali, continua insicurezza del diritto”.

Secondo il “Berner Zeitung” il popolo deve decidere: o “l’iniziativa contro l’immigrazione di massa o i bilaterali”.

Per il quotidiano romando “Le Temps””il Consiglio federale rimane a mani vuote. Il suo piano unilaterale di applicazione (…) non è che una cortina di fumo che deve permettere di pazientare fino al 23 giugno. Attualmente c’è solo una certezza: una nuova votazione avrà luogo prima o poi su questo dossier ingombrante”.

Secondo “24 Heures” e la “Tribune de Genève” il piano europeo del Consiglio federale non convince nessuno. Il piano B proposto dal governo è “inintelligibile”. Non tutto è perduto, sottolinea l’editorialista che preconizza di “dire al popolo che si è sbagliato (…) Ma bisognerebbe avere un po’ di coraggio. Il governo non ne ha e propone un piano B da cui sarà sempre più difficile uscire. Bisogna veramente attendere lo scontro con l’Europa per dire la verità agli svizzeri?”

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