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Impieghi aumentano in Svizzera ma diminuiscono in Ticino

C'è sempre da lavorare: il problema è trovare chi paga per farlo. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) L’occupazione in Svizzera è ulteriormente cresciuta nel primo trimestre, quando l’epidemia di coronavirus non aveva ancora avuto un grande impatto.

Il numero degli impieghi è salito a 5,10 milioni, con una progressione dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il Ticino è l’unica regione che presenta un calo: la contrazione è dell’1,1% a 224’000 posti di lavoro.

In cifre assolute l’aumento a livello nazionale – cristallizzato dall’Ufficio federale di statistica (UST), che ha diffuso oggi i dati – è stato di 31’000 impieghi: circa 8000 nel settore secondario (industria e costruzioni) e circa 23’000 nel terziario (servizi), con incrementi percentuali rispettivamente dello 0,7% e dello 0,6%. Calcolata al netto delle variazioni stagionali, l’occupazione totale ha subito una contrazione dello 0,1% rispetto agli ultimi tre mesi dell’anno scorso.

Espresso in equivalenti a tempo pieno, il volume di impieghi del primo trimestre ammonta a 3,97 milioni (+0,3% su base annua). Il settore secondario è cresciuto di 7000 unità (+0,6%), quello terziario di altre 7000 unità (+0,3%).

Le prime misure restrittive di contenimento del Covid-19 hanno avuto in particolare un impatto negativo sull’occupazione nel ramo alberghi e ristoranti (-3,9%). Il segmento istruzione (+1,9%) ha invece presentato l’aumento maggiore.

Nel periodo in rassegna l’impiego offre un quadro al rialzo in tutte le grandi regioni a parte in Ticino (che come detto scende) e nell’Espace Mittelland (che marcia sul posto), con incrementi su base annua compresi fra lo 0,5% (Svizzera orientale) e l’1,4% (zona del Lemano).

I dati raccolti attraverso un sondaggio presso le imprese fanno presagire un calo dell’occupazione nel secondo trimestre. L’indicatore delle prospettive d’impiego è sceso a 1,01, con una contrazione del 3,7% e ai minimi dal terzo trimestre 2009. Le prospettive sono particolarmente negative nel ramo dell’industria (0,98; -7,5%) e in quello dei servizi di alloggio e ristorazione (0,91; -12,0%).

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