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India: militanti respingono Sharmila dopo stop sciopero fame

La leader pacifista indiana Irom Chanu Sharmila. KEYSTONE/EPA/STR sda-ats

(Keystone-ATS) Non ha avuto per il momento un finale felice la decisione dell’attivista indiana Irom Chanu Sharmila di mettere fine ieri, dopo 16 anni, a uno sciopero della fame (considerato il più lungo del mondo).

Lo sciopero era in atto per manifestare contro le leggi speciali introdotte nello Stato di Manipur. Sharmila ha annunciato ieri di voler entrare in politica.

Dopo la conferenza stampa a Imphal, la leader pacifista ha abbandonato la sua stanza di ospedale dove dal 2000 era alimentata a forza attraverso un sondino fissato al naso, e ha cercato di essere ospitata in una delle case della sua famiglia o dei membri del comitato che avevano sostenuto la protesta.

Ma, riferiscono i media indiani, la richiesta di ospitalità è stata respinta sia dai famigliari (madre e fratello maggiore in testa), sia dai responsabili del movimento di lotta per l’abolizione della legge sui poteri speciali per le Forze armate (Afspa). La ragione è stata la delusione provata per la decisione di Sharmila di mettere fine allo sciopero della fame.

Così in serata l’attivista non ha potuto fare altro che rientrare nella camera di ospedale, in attesa di poter trovare un compromesso che le permetta di tornare alla vita normale.

Dopo l’interruzione dello sciopero della fame, l’obiettivo di Sharmila è di candidarsi all’inizio del prossimo anno alle elezioni in Manipur e cominciare una battaglia per diventare in futuro “governatrice dello Stato”.

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