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Indice acquisti PMI segnala rallentamento nel settore industriale

(Keystone-ATS) Qualche nuvola all’orizzonte per l’industria svizzera: l’indice dei responsabili degli acquisti (Purchasing Manager’s Index, PMI) è sceso in gennaio a 54,6 punti, 1,6 in meno del mese precedente.

Si tratta del livello più basso da settembre, ma l’indicatore rimane chiaramente nella zona di crescita (oltre 50 punti) e su base annua vi è stato un incremento di 4,4 punti.

In un comunicato Credit Suisse – i cui economisti interpretano i dati raccolti mensilmente in un sondaggio dall’associazione di categoria Procure.ch – parla di un avvio d’anno “promettente”, in particolare grazie alla solida produzione (57,0 punti), in aumento per il sedicesimo mese di fila, e agli ordinativi (55,2 punti). Con una nota però stonata, la situazione sul mercato del lavoro, che si distende solo lentamente.

Il sottoindice “occupazione” è infatti tornato sopra la soglia di crescita, ma solo di pochissimo (52 punti). La quota di aziende che incrementano il personale, pari al 20%, è al massimo degli ultimi cinque anni, ma vi è ancora un 18% di imprese che ridimensiona l’organico.

Inoltre è sempre più percepibile la pressione sui prezzi: il sottoindice “prezzi di acquisto” è progredito per il settimo mese di consecutivo, chiudendo a 65,9 punti, ai massimi dal marzo 2011. Gli economisti ipotizzano che l’inflazione nel 2017 si attesterà allo 0,5%.

L’indice complessivo è inferiore alle previsioni degli analisti interrogati dall’agenzia Awp, che scommettevano su valori compresi fra 55,2 e 56,2 punti.

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