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Industria biotecnologica: 2014 buon anno, ma cautela su futuro

(Keystone-ATS) L’industria biotecnologica svizzera archivia un buon 2014, ma guarda con una certa apprensione al futuro, alla luce dei timori provocati dal rafforzamento del franco e dal sì popolare all’iniziativa sull’immigrazione di massa.

Stando all’ultimo rapporto sul settore pubblicato oggi dall’associazione di categoria Swiss Biotech Association (SBA) l’anno scorso le 264 aziende del ramo hanno realizzato un fatturato di 4,9 miliardi (+141 milioni in confronto al 2013). Gli investimenti in capitale hanno fatto un balzo da 418 a 719 milioni: gran parte dell’incremento è dovuto all’entrata di Molecular Partners alla borsa svizzera e allo sbarco di Auris Medical al Nasdaq.

Nel periodo in rassegna sono stati anche creati 400 nuovi posti di lavoro, per un organico complessivo di oltre 14’000 impieghi, cui ne vanno aggiunti altri 25-30’000 tramite l’indotto.

Stando alla SBA il settore, fra i più importanti motori dell’export elvetico, è stato duramente colpito dall’abolizione del cambio minimo franco/euro. “Molti dei nostri membri sono piccole e medie imprese con elevati costi di ricerca e personale”, spiega il direttore Domenico Alexakis, citato in un comunicato. “A causa del franco forte alcune società hanno dovuto abbassare i prezzi, ma sul lungo periodo questo approccio non può funzionare”.

Secondo l’organizzazione i problemi sono resi più acuti dall’accettazione dell’iniziativa UDC sull’immigrazione, il 9 febbraio 2014. Il settore teme problemi di reclutamento di personale qualificato e l’esclusione dalla rete di programmi di ricerca dell’Ue.

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