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Industria grafica sempre in crisi

(Keystone-ATS) Tempi sempre difficili per l’industria grafica svizzera che risente dei cambiamenti strutturali, del calo della domanda e del franco forte. L’anno scorso, il valore aggiunto del settore è diminuito del 5,4% e il calo si è ulteriormente accentuato nel primo trimestre del 2014.

Tra gennaio e marzo, il valore aggiunto lordo reale del settore – 1’100 imprese con oltre 20’000 persone – è sceso del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ha precisato oggi a Zurigo Viscom, l’Associazione svizzera per la comunicazione visiva. Inoltre, l’indice Viscom-BAK conferma ancora una volta l’evoluzione fortemente negativa osservata negli ultimi anni.

Nel primo trimestre, le esportazioni reali di prodotti grafici sono calate del 12% su un anno e anche in aprile è stata registrata una contrazione. Dal canto loro, i fornitori stranieri guadagnano fette di mercato. Le importazioni di prodotti grafici (senza periodici e giornali) sono aumentate del 10%.

Globalmente dal 2000 l’industria grafica ha perso quasi un terzo in valore aggiunto reale. Dalla crisi del 2009, il settore non è riuscito a riprendersi, contrariamente a quanto avvenuto in altri rami economici, rileva Viscom.

L’associazione ha ora deciso di lanciare una campagna d’immagine nazionale volta a rinforzare il marchio “Printed in Switzerland” (stampato in Svizzera). “Crediamo fermamente che i clienti siano sensibili all’origine del prodotto”, ha affermato oggi Thomas Gsponer, direttore di Viscom. Inoltre l’organizzazione crea un nuovo mestiere, quello dell'”Interactive Media Designer” con attestato federale di capacità (AFC).

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