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Industria orologiera verso un 2020 incerto

Le incertezze a livello geopolitico pongono l'industria orologiera svizzera di fronte a sfide importanti. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Le incertezze a livello geopolitico, in particolare nell’importante mercato di Hong Kong, pongono l’industria orologiera svizzera di fronte a sfide importanti. Lo sguardo al 2020 è quindi caratterizzato da cautela, ma anche da fiducia nei propri mezzi.

Nell’anno corrente l’export del settore ha raggiunto i 21,5 miliardi di franchi, ha detto in una conversazione con l’agenzia Keystone-ATS Jean-Daniel Pasche, presidente della Federazione dell’industria orologiera (FH). Si tratta di un risultato soddisfacente, anche se non ha raggiunto i 22,2 miliardi record del 2014.

Il ramo osserva come la forbice fra i prodotti di fascia media e quelli di lusso si stia allargando. Se il commercio dei modelli di alta gamma fiorisce, quello relativo alla fascia media subisce una notevole pressione sui prezzi. I prodotti fra i 500 e i 600 franchi devono far fronte a una pesante concorrenza, non da ultimo da parte degli smartwatch.

Pasche guarda comunque al prossimo anno con ottimismo, questo nonostante una situazione incerta, in particolare dovuta all’instabilità dell’importante mercato di Hong Kong, dove solo in novembre le vendite sono diminuite del 26,7%.

Non aiuta nemmeno la tensione fra Stati Uniti e Cina, entrambi mercato di primo piano per l’industria orologiera. Altro fattore da non sottovalutare: la forza del franco, notoriamente una valuta rifugio nei momenti difficili. Non sembra invece porre problemi la Brexit.

Il settore è pronto a reagire ad ogni difficoltà, in particolare investendo nell’innovazione, sia dal punto di vista della tecnica che del design. Nonostante le incertezze, il quadro rimane quindi positivo.

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