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Iniziativa per economia verde “irrealizzabile”

Doris Leuthard KEYSTONE/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) L’iniziativa popolare dei Verdi “Per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse (economia verde)” solleva problemi reali, ma propone soluzioni estreme da realizzarsi in tempi eccessivamente brevi.

È quanto ha affermato stamane la consigliera federale Doris Leuthard, la quale, nel lanciare la campagna in vista delle votazioni del 25 di settembre, ha raccomandato la bocciatura di questa modifica costituzionale.

Depositata il 6 settembre 2012 con 112’098 firme valide, l’iniziativa popolare degli ecologisti intende favorire, mediante un nuovo articolo costituzionale, un’economia improntata alla sostenibilità e all’uso efficiente delle risorse, tutti obiettivi da raggiungere entro il 2050. Vuole inoltre promuovere cicli dei materiali chiusi e garantire che le attività economiche non pregiudichino il potenziale di risorse naturali.

Durante la discussione alle Camere federale, l’iniziativa è stata sostenuta soltanto da una minoranza rosso-verde. Diversi oratori di sinistra, sia al Consiglio nazionale che agli Stati, hanno affermato che l’iniziativa stimolerà l’economia e permetterà di creare numerosi posti di lavoro nelle cosiddette cleantech.

La maggioranza “borghese” ha sostenuto invece che un’eventuale accettazione dell’iniziativa avrebbe avuto conseguenze negative per l’economia svizzera: perdita di posti di lavoro, creazione di ostacoli agli scambi commerciali e indebolimento significativo della competitività e della prosperità della Svizzera, che già soffre del franco forte.

Per la ministra dell’ambiente Doris Leuthard l’obiettivo di ridurre l’impronta ecologica (indicatore che valuta il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità del pianeta di rigenerarle) a un pianeta Terra entro il 2050 come chiesto dall’iniziativa è irrealizzabile. Il Governo dovrebbe infatti prendere misure radicali e l’economia non avrebbe il tempo necessario per adattarsi.

La consigliera federale ha poi ricordato che la metà dell’inquinamento “svizzero” avviene al di fuori dei confini nazionali. Cosa che renderebbe l’applicazione dell’iniziativa molto difficile.

Benché sia indispensabile, ha sottolineato Leuthard, sfruttare le risorse in modo più rispettoso ed efficiente, a differenza dell’iniziativa popolare “il Consiglio federale si prefigge di raggiungere questo obiettivo in modo graduale e senza obblighi”.

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