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Iniziativa servizio pubblico: Leuthard denuncia varie pecche

(Keystone-ATS) L’iniziativa popolare “A favore del servizio pubblico” non rispetta le promesse contenute nel titolo, e anzi le affievolisce: parola della consigliera federale Doris Leuthard, che oggi ha lanciato la campagna contro l’oggetto.

La proposta di modifica costituzionale, su cui popolo e Cantoni si esprimeranno il prossimo 5 giugno, chiede che, in materia di prestazioni di base, la Confederazione non miri a conseguire profitti, non sovvenzioni trasversalmente altri settori dell’amministrazione e non persegua interessi fiscali. Questi principi devono essere applicati alle aziende direttamente o indirettamente controllate dalla Confederazione, come le FFS, La Posta e Swisscom.

L’iniziativa prevede inoltre che “i salari e gli onorari dei collaboratori di tali imprese non siano superiori a quelli dell’Amministrazione federale”.

I fautori dell’iniziativa non hanno nulla contro gli utili in sé, ma sostengono che questi guadagni vadano reinvestiti a vantaggio dei clienti e non debbano tornare nelle casse federali. “La qualità dei servizi deve essere prioritaria rispetto ai profitti”, avevano dichiarato i promotori lanciando la loro proposta.

Puntare su tali divieti non è una buona strategia, ha sostenuto in una conferenza stampa a Berna la responsabile del Dipartimento federale dei trasporti e delle comunicazioni (DATEC). Per Leuthard l’iniziativa rappresenta in realtà un rischio che minaccerebbe un servizio pubblico molto importante per la coesione regionale e la prosperità economica.

Il divieto di puntare a profitti impedirebbe alle imprese di investire in nuove tecnologie e nuovi prodotti. Inoltre Confederazione e Cantoni perderebbero sostanziosi introiti.

Neppure il divieto di sovvenzionamenti incrociati è una buona idea per la ministra delle infrastrutture: non sarebbe infatti più possibile finanziare prestazioni meno redditizie e le tariffe uniformi per le lettere e le telefonate a livello nazionale diventerebbero un miraggio. Anche il capo del Dipartimento costruzioni, trasporti e foreste dei Grigioni Mario Cavigelli (PDC) ha insistito su questo aspetto: a suo avviso l’iniziativa comprometterebbe la coesione nazionale. Buone prestazioni possono essere garantite solo se le entrate generate nei centri servono anche per coprire i costi nelle zone discoste, in particolare quelle di montagna.

Se i salari presso La Posta, Swisscom e FFS fossero limitati, l’attrattiva di queste imprese risulterebbe ridotta. Le ex regie federali devono continuare ad avere il margine di manovra necessario per reclutare personale competente.

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