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Iniziativa UDC su famiglie bocciata da vasta coalizione

(Keystone-ATS) La concreta possibilità che l’iniziativa UDC sulle famiglie venga approvata in votazione il 24 novembre, come indica l’ultimo sondaggio di SRG SSR pubblicato il 18 ottobre, ha spinto oggi i maggiori partiti a sottolineare nuovamente le conseguenze negative di un “sì” alle urne. Per la coalizione che riunisce i presidenti di PLR, Verdi liberali, Partito borghese democratico, PS, Verdi, nonché la consigliera nazionale PPD Lucrezia Meier-Schatz (SG), un’accettazione della proposta democentrista renderà più difficile conciliare famiglie e lavoro, penalizzando il ceto medio.

“Non era mai capitato – ha detto il presidente del PS Christian Levrat – di ritrovarmi fianco a fianco col presidente del PLR Philipp Müller per perorare la bocciatura di un’iniziativa popolare che giudichiamo deleteria”. “Ciò dimostra quanto la situazione sia seria”, ha detto il consigliere agli Stati friburghese, facendo accenno alla simpatia di cui gode l’iniziativa democentrista tra la popolazione, benché essa rappresenti a suo avviso “una rapina del ceto medio”.

Per Levrat, infatti, benché accattivante, l’iniziativa “A favore delle famiglie: deduzioni fiscali anche per i genitori che accudiscono personalmente i figli”, favorirebbe soprattutto le persone agiate. Già oggi, ha aggiunto il friburghese, la metà delle famiglie non paga l’imposta federale diretta e quindi non godrebbe di alcun vantaggio da un eventuale “sì” alla proposta UDC.

Inoltre, per molte economie domestiche i vantaggi fiscali sarebbero trascurabili. Per un nucleo domestico con un imponibile di 60’000 franchi, il risparmio fiscale ammonterebbe a 200 franchi, somma che sale a 2600 per chi ha invece un imponibile di 200’000.

Oltre a ciò, a causa del freno alle spese, la Confederazione sarebbe obbligata a compensare i 500 milioni di franchi di perdite per l’imposta federale diretta – su 1,4 miliardi persi complessivamente da Confederazione, cantoni e comuni -, magari aumentano il prelievo fiscale oppure tagliando le prestazioni. A farne le spese sarebbe ancora il ceto medio.

Sia per Philipp Müller, come per Lucrezia Meier-Schatz, l’iniziativa UDC tende a privilegiare il modello di famiglia tradizionale, nel quale la donna sta a casa per occuparsi dei figli, mentre il marito lavora. Stando alla consigliera nazionale sangallese, già oggi il 77% delle donne lavora, spesso perché non ha alternativa, facendo salti mortali per conciliare vita professionale e famigliare.

Con l’introduzione di deduzioni fiscali per la cura dei figli negli asili nido si è voluto dare a queste persone la possibilità di continuare a lavorare senza essere troppo penalizzate fiscalmente. Stando a Müller, infatti, quando i genitori lavorano, affidando la prole alla cura di terzi, aumenta il reddito imponibile dell’economia domestica e anche il carico fiscale a causa della progressione delle aliquote.

Capita talvolta che le entrate supplementari vengano fagocitate interamente dalle tasse e dai costi per la custodia dei figli. Per ovviare a questa ingiustizia, nel 2011 sono state introdotte le deduzioni fiscali che tengono conto di queste spese. Per Müller, l’iniziativa dell’UDC reintroduce un’ingiustizia che si è voluto abolire. Il sistema fiscale andrebbe invece modellato affinché valga la pena lavorare e i salariati non vengano puniti. Inoltre, non è sensato introdurre deduzioni fiscali per spese inesistenti.

Per il presidente dei Verdi liberali Martin Bäumle, l’iniziativa dell’UDC rischia di scoraggiare le donne, specie quelle con una buona formazione, dall’intraprendere una professione. A suo parere, la società deve incoraggiare queste persone a rimanere attive, dal momento che col loro lavoro contribuiscono al finanziamento dello Stato e delle assicurazioni sociali.

Per la copresidente dei Verdi Regula Rytz, l’iniziativa UDC restringe la possibilità di scelta circa il modello famigliare che ogni nucleo domestico dovrebbe essere libero di adottare. Per il presidente del Partito borghese democratico Martin Landolt, il testo democentrista trasforma le madri che scelgono di rimanere a casa in semplici beneficiarie di sovvenzioni statali. Non è certo questo il miglior modo per rendere onore a chi decide di dedicarsi all’educazione dei figli a tempo pieno.

Attualmente l’imposta federale diretta prevede una deduzione di 6500 franchi all’anno per figlio, a cui si aggiungono 700 franchi per i premi di cassa malattia. L’ammontare dell’imposta viene inoltre ridotto di 251 franchi per bambino. Tutte le famiglie possono far capo a queste misure. Dal 2011 è possibile dedurre dal reddito le spese di custodia in caso di affidamento a terzi dei figli fino a quattordici anni. Questo alleviamento può raggiungere i 10’100 franchi all’anno per bambino.

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