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Iran: folla in piazza per regime, tensione e scontri

(Keystone-ATS) TEHERAN – Centinaia di migliaia di persone sono scese oggi in piazza a Teheran per partecipare alle manifestazioni ufficiali del regime nel 31.o anniversario della rivoluzione, mentre l’opposizione ha cercato di tornare a far sentire la sua voce ma è stata affrontata con durezza da polizia e miliziani Basiji.
Ai giornalisti stranieri non è stato dato il permesso di scendere nelle strade, ma solo di raggiungere la grande piazza Azadi, nel sud-ovest della capitale, dove davanti alla folla ha parlato il presidente Mahmud Ahmadinejad. Ma i siti dell’opposizione, che ormai da mesi rappresentano le principali fonti d’informazione in occasione di queste manifestazioni, riferiscono di raduni di protesta dispersi dalle forze di sicurezza in varie parti della città con l’uso di lacrimogeni e spari in aria.
Le stesse fonti riferiscono che due dei leader dell’opposizione, l’ex candidato presidenziale riformista Mehdi Karrubi e l’ex presidente Mohammad Khatami, sono stati affrontati da miliziani che hanno impedito loro di unirsi nelle strade ai loro sostenitori. L’auto su cui si trovava Karrubi sarebbe stata attaccata dai fondamentalisti e suo figlio arrestato. Il sito Parlemannews, dei deputati riformisti, scrive che addirittura una nipote dell’ayatollah Ruhollah Khomeini, Zahra Eshraghi, di convinzioni riformiste, è stata costretta dagli agenti ad allontanarsi mentre prendeva parte alle manifestazioni con sostenitori dell’opposizione.
Dimostrazioni anti-regime sono state organizzate anche in altre grandi città iraniane come Isfahan e Shiraz.
Nel suo discorso Ahmadinejad ha affermato che è stata completata la produzione del “primo pacchetto di uranio arricchito al 20%”. Il presidente ha aggiunto che l’Iran sarebbe in grado di arrivare anche ad un arricchimento ell’80%, sufficiente per produrre ordigni nucleari, ma non lo farà. Nello stesso discorso il presidente ha avuto parole di sfida contro Israele (“Israele si avvicina alla distruzione”) e di critica al presidente americano (“Obama sta perdendo occasioni e sta soccombendo alla pressione di una banda di sionisti”).

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