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Iraq: curdi strappano diga di Mosul all’Isis

(Keystone-ATS) Appoggiate da raid aerei americani sempre più pesanti, le forze curde dei Peshmerga hanno proseguito oggi la loro controffensiva contro le milizie dello Stato islamico (Isis), riconquistando la strategica diga di Mosul e tre cittadine più a est. Ma per l’Isis il conflitto va al di là dei confini dell’Iraq, investendo anche i territori contigui nel nord della Siria, facenti parte del loro autoproclamato Califfato islamico.

In serata fonti curde citate dall’agenzia irachena Nina hanno detto di avere ripreso il pieno controllo della diga sul Tigri, la più grande dell’Iraq, 60 chilometri a nord di Mosul, che fornisce acqua ed elettricità alla piana di Ninive. L’impianto era caduto il 7 agosto scorso nelle mani dei jihadisti.

In appoggio alla controffensiva curda, caccia e droni americani hanno condotto oggi 14 nuovi raid contro le postazioni dell’Isis, che si sono aggiunti ai nove lanciati ieri. Gli attacchi, sottolinea il Pentagono, hanno danneggiato o distrutto dieci vettori blindati, sette Humvees, due veicoli armati e un checkpoint dell’Isis. La Nina aggiunge che ai jihadisti sono state inflitte “pesanti perdite”.

La televisione satellitare panaraba Al Jazira ha detto che i Peshmerga hanno riconquistato anche tre cittadine cadute solo la settimana scorsa nelle mani dello Stato Islamico. Si tratta di Tel Skuf, Ashrafia e Batnaya.

In Siria, intanto, l’Ondus segnala ben 26 raid compiuti dall’aviazione di Damasco sulle postazioni dello Stato islamico nella provincia di Raqqa, con l’uccisione di 31 jihadisti, ma anche otto civili, tra cui alcuni bambini. Si tratta di attacchi senza precedenti contro l’Isis da parte delle forze del regime, che da tempo ha perso il controllo di vaste regioni nel nord del Paese.

La stessa organizzazione ha detto di aver ricevuto un video in cui una quarantina di anziani del clan degli Shaitat hanno dovuto piegarsi alle minacce dello Stato islamico, affermando che “l’Isis si batte per la giustizia”, nella speranza di ottenere la liberazione di 150 dei loro uomini che si ritiene sequestrati dai jihadisti.

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