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Italia: analisti sconcertati da crollo Pil, oltre peggiore attese

(Keystone-ATS) Duri commenti degli analisti in Italia ai dati congiunturali pubblicati oggi in relazione al prodotto interno lordo e alla produzione industriale. “Peggio delle attese, anche di quelle più pessimistiche”, afferma il capo economista della società di consulenza Nomisma. L’andamento del Pil italiano “è ancora molto deludente e smentisce ancora una volta le previsioni, che rimanevano marginalmente positive, nonché le indicazioni delle indagini congiunturali”, gli fa eco Luca Mezzomo, specialista di Intesa Sanpaolo.

De Nardis mette tuttavia in guardia su eventuali manovre correttive per riportare i conti pubblici italiani in linea con gli obiettivi, che avrebbero “effetti controproducenti sull’economia”. “La stagnazione/recessione italiana – spiega il capo economista di Nomisma – è determinata dalla debolezza della domanda interna. Se quella estera si indebolisce, per rallentamento della congiuntura internazionale o apprezzamento dell’euro, ricompare il segno meno davanti al Pil”. Per combattere la stagnazione sono quindi necessarie, secondo De Nardis, “politiche di sostegno alla domanda”.

E sull’effetto del bonus di 80 euro, l’economista precisa che è difficile valutarne l’impatto. “Da un lato – sottolinea – senza questo sgravio entrato nelle buste paga di maggio le cose avrebbero potuto forse essere peggiori, dall’altro le incertezze sul carattere strutturale della misura potrebbero aver frenato le decisioni di spesa”. Tuttavia, rileva però De Nardis, “questa misura da sola non è sufficiente a superare la difficile situazione italiana”. “In questa fase – conclude – più che interventi di riforma strutturale, sono necessari maggiori stimoli alla domanda che coinvolgano l’Europa: politiche per il sostegno della congiuntura nei paesi “core” e rimodulazione del percorso di consolidamento del fiscal compact nei periferici”.

Da parte sua Mezzomo di Intesa Sanpaolo si preoccupa per il dato annuale del Pil. “La variazione acquisita per il 2014 è ora di -0,3% e rende difficile anche confidare in una variazione media annua positiva per l’anno in corso. Mantenendo invariate le proiezioni per il terzo e il quarto trimestre allo 0,3% trimestre/trimestre, infatti, la media annua risulterebbe in calo di -0,1% rispetto al 2013. Riguardo al terzo trimestre, si parte con un trascinamento positivo dalla produzione industriale (+0,2%), questa volta più coerente con le indicazioni delle indagini di fiducia (ora compatibili con una crescita di 0,2-0,3%). Un modesto beneficio potrebbe derivare dal deprezzamento del cambio, ma in parte compensato dall’aggravarsi di diversi focolai internazionali di crisi (Russia, Nord Africa). Inoltre, proprio le indagini congiunturali hanno mostrato segnali di cedimento negli ultimi mesi, il che rende lo scenario futuro molto incerto”, conclude Mezzomo.

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