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Italia: arresti per 16 curdi e un kosovaro presunti terroristi

(Keystone-ATS) Sono 16 cittadini curdi e un kosovaro i presunti terroristi destinatari oggi delle misure cautelari emesse dalla magistratura di Roma in Italia e in diversi Paesi europei. Alcuni degli indagati sarebbero morti in combattimento in Iraq e in Siria.

Alle indagini hanno collaborato le autorità giudiziarie e di polizia di Regno Unito, Norvegia, Finlandia, Germania e Svizzera, coordinate da Eurojust.

Il capo dell’organizzazione smantellata dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros) è Faraj Ahmad Najmuddin, alias Mullah Krekar, già fondatore nel 2001 del gruppo terroristico Ansar Al-Islam. L’uomo, detenuto in Norvegia, dal carcere continuava ad essere la guida ideologia e strategica dell’organizzazione con diramazioni in tutta Europa.

In particolare, sei dei presunti terroristi sono stati arrestati in Italia ed un settimo è stato localizzato in Iraq dagli inquirenti italiani; quattro sono stati arrestati in Gran Bretagna; tre in Norvegia; due sono le misure in carico alla Svizzera nei confronti di una persona che si ritiene morta in Siria in combattimento, e di un’altra che è già stata perquisita e nei cui confronti pende una richiesta di arresto a fini di estradizione; un esponente della cellula finlandese, infine, sarebbe morto in Iraq.

Contestualmente i carabinieri del Ros hanno eseguito numerose perquisizioni sia in Italia, nelle province di Bolzano, Parma e Brescia. Altre sono state effettuate in Norvegia, nel Regno Unito, in Finlandia, in Germania e in Svizzera.

L’operazione di polizia condotta oggi simultaneamente in diversi Paesi europei ha dunque permesso di individuare – sottolineano i militari del Ros – un’organizzazione terroristica che aveva in Norvegia la sua mente e cellule in diversi Paesi, tra cui una “importantissima” in Italia.

Il Mullah Krekar, affermano gli investigatori, dal carcere “ha continuato a rappresentare la guida non solo ideologica dell’organizzazione, mantenendone anche la direzione strategica sulle questioni più importanti, quale la partecipazione al conflitto siriano o la decisione di allinearsi con Isis”.

L’utilizzo di internet, spiegano gli investigatori, “ha consentito agli indagati di annullare le distanze tra gli associati, residenti in diversi Paesi europei, permettendo loro di mantenere una forte coesione di gruppo, rafforzata dalla periodica e frequente partecipazioni a chat virtuali, e di rimanere in contatto con la propria guida spirituale”, il mullah Krekar, appunto.

In definitiva, l’organizzazione terroristica smantellata – sottolinea il Ros – “incarna l’evoluzione del modello jihadista di tipo tradizionale”, ma che si è rivelata “ancora più insidiosa, rimanendo gerarchicamente strutturata, con il proprio vertice in Norvegia, ed articolata in cellule operative in numerosi paesi, tra cui un’importantissima articolazione in Italia”.

Infatti, Abdul Rahman Nauroz, uno degli arrestati nel blitz del Ros, è risultato “particolarmente attivo nell’attività di reclutamento”, “sia attraverso internet, sia attraverso ‘lezioni’ che teneva nel proprio appartamento di Merano, luogo di riunioni segrete e crocevia di aspiranti jihadisti”, gli investigatori.

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