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Italia: naufraga gommone; 27 salvati, 74 dispersi

(Keystone-ATS) Bilanci che si aggravano, di ora in ora. Sono quelli dei drammi dei migranti che attraversano il Mediterraneo. A Pozzallo (Ragusa) la tragica conta dei morti in un peschereccio dove c’erano stipate 611 persone, più del doppio della capienza, sale a 45.

E già arriva la notizia di un altro naufragio in mare, di un gommone con 101 passeggeri che affonda: un mercantile ne salva 27, altri 74 sono dispersi. In un altro viaggio della speranza avrebbero perso la vita due siriani, mentre 4 persone sono state inghiottite dal mare. I sopravvissuti, 215, sono sbarcati a Porto Empedocle dopo essere stati soccorsi dal mercantile Asso 25. Cifre che salgono ogni giorno. Secondo stime dell’Unhcr, basate anche sul racconto dei sopravvissuti, sono circa 500 i migranti e rifugiati morti nel Mediterraneo dall’inizio del 2014.

L’ultimo naufragio ricorda di tanti altri già sentiti raccontare nella dinamica: un gommone fatiscente partito dalla Libia, stracolmo, che comincia ad affondare. Sul posto interviene per primo un mercantile, ma riesce a salvare soltanto 27 persone. Saranno i superstiti, poi presi in carico da nave Orione sbarcata ieri a Catania a ricostruire la tragedia. Lo fanno parlando con la squadra mobile e la guardia costiera di Catania, ma anche con operatori dell’Unhcr che rendono nota la vicenda. La conferma arriva anche dal procuratore capo Giovanni Salvi, che ha aperto un’inchiesta: “il naufragio – spiega – sarebbe avvenuto per le pessime condizioni del gommone, che era sovraffollato, sul natante infatti risulta che si trovassero 101 persone. Queste informazioni – precisa – sono provvisorie e dovranno essere oggetto di ulteriore verifiche”.

È certa, invece, la drammatica conta dei morti trovati nel peschereccio di Pozzallo: sono 45 uomini, verosimilmente maggiorenni e dell’Africa centrale. I corpi sono stati portati in un’enorme cella frigorifera della Provincia di Ragusa, vicino al porto. Sono identificati con targhette e messi su scaffali, come in loculi di cimitero. I medici legali hanno cominciato gli esami esterni.

Continuano le indagini della squadra mobile di Ragusa che ha arrestato i due presunti scafisti del barcone della morte: il senegalese Oussman Maron di 30 anni e Ibrahima Conte del Gambia di 22 anni. Ogni migrante ha pagato una media di 1500 dollari a persona che hanno fruttato all’organizzazione quasi un milione di dollari.

È cominciato intanto a Agrigento, con una sola parte civile, il processo col rito abbreviato a Bensalam Khaled, il tunisino di 33 anni accusato di avere provocato prima l’incendio e poi l’affondamento del peschereccio a poche centinaia di metri dalla spiaggia dell’Isola dei Conigli, il naufragio del 3 ottobre dell’anno scorso a Lampedusa in cui morirono 366 persone.

Nessuno dei familiari delle vittime, né dei 156 sopravvissuti, indicati dai Pm come parti offese, si sono costituiti parte civile, lo ha fatto soltanto il Comune di Lampedusa e Linosa.

Sui migranti morti nella recente tragedia nel canale di Sicilia interviene il ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “hanno fatto una fine atroce per mano di mercanti di morte senza scrupoli che approfittano della disperazione per lucrare su viaggi fatti in condizioni disumane”.

Intanto Siculiana, paese dell’Agrigento, si mobilita contro l’arrivo di 144 migranti, che si sommano ai 356 già presenti. I cittadini sono scesi in strada per protestare ed è convocato un consiglio comunale d’urgenza. “Nostro malgrado – sostiene il sindaco Mariella Bruno siamo stati invasi e non abbiamo avuto neppure la possibilità di dire no”.

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