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Italia: referendum, nuova sconfitta per Berlusconi

(Keystone-ATS) Umiliato alle elezioni municipali, il premier italiano Silvio Berlusconi ha subìto oggi una nuova sconfitta in seguito alla mobilitazione popolare per il referendum promosso dall’opposizione per l’abrogazione delle leggi sul legittimo impedimento, sull’energia nucleare e sulla privatizzazione dell’acqua.

Secondo i dati ufficiali, la partecipazione al voto è stata del 57%, ben oltre il quorum necessario del 50%+1. Erano 16 anni che in Italia non veniva superata questa soglia in occasione delle votazioni popolari.

I risultati sono stati schiaccianti ed evidenziano una netta sconfitta per la maggioranza: oltre il 90% dei votanti ha respinto tutt’e quattro le leggi proposte dal governo Berlusconi, che prevedevano il ritorno al nucleare, l’apertura ai privati della gestione e distribuzione dell’acqua e una forma di immunità per il capo del governo.

A risultati acquisiti, Berlusconi ha dichiarato in una nota che “l’alta affluenza nei referendum dimostra una volontà di partecipazione dei cittadini alle decisioni sul nostro futuro che non può essere ignorata”. Il premier ha poi aggiunto che “il governo e il Parlamento hanno ora il dovere di accogliere pienamente il responso dei quattro referendum”.

Nel primo pomeriggio, quando appariva ormai certo il raggiungimento del quorum, gli avversari di Berlusconi non hanno nascosto la loro soddisfazione. Pierluigi Bersani, segretario del Partito Democratico, ha parlato di “giornata straordinaria” e ha invitato Berlusconi a dimettersi. “È da irresponsabili non riflettere su questo e sul fatto che le tecniche di sopravvivenza possano solo allargare il baratro tra governo e l’opinione pubblica”.

Questo messaggio sembra essere stati recepito dal ministro dell’interno, della Lega, Roberto Maroni il quale riconosce che il governo sta vivendo un “momento di grave crisi”. “Credo che Berlusconi sia ancora in grado di ottenere un consenso ben più alto di quello avuto sinora, ma è questo l’ultimo banco di prova”, afferma Maroni riferendosi al voto di fiducia previsto per il 22 giugno.

“Berlusconi deve iscriversi nella categoria dei coraggiosi e lanciare un programma ambizioso per i prossimi due anni”, sostiene Maroni. “Deve farlo adesso”, l’alternativa è il voto anticipato, ha aggiunto.

Il ministro della difesa Ignazio la Russa, esponente del partito di Berlusconi, ha però già affermato che l’esito del referendum non avrà nessuna incidenza sulla politica del governo. “Se non si fosse raggiunto il quorum, sarebbe stato, questo sì, un grande boomerang per la sinistra che ha politicizzato i referendum”, ha affermato. Ma ora “averlo raggiunto è l’assoluta normalità e non ha alcuna incidenza sulle politiche del governo”, ha precisato il ministro.

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