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Italia: scoperta stamperia banconote, in lavorazione 50 mln euro

(Keystone-ATS) Oltre un milione di banconote false, tutti pezzi da 50 euro, pronte ad arrivare sul mercato. Banconote in lavorazione, dal valore teorico di 50 milioni di euro, che sono state sequestrate insieme ad una stamperia che ne avrebbe realizzate ben altre. I militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Scafati hanno arrestato cinque persone, tra le quali due fratelli veri e proprio specialisti del settore.

La stamperia di banconote contraffatte si trovava in un’area tra il comune di Castellammare di Stabia e quello di Torre Annunziata, nel Napoletano. Le cinque persone arrestate – ai domiciliari, in attesa dell’udienza i primi di febbraio – sono accusate di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di banconote.

Al momento del blitz, tre sono stati trovati in prossimità delle macchine stampatrici. Erano professionisti della falsificazione. Non a caso uno dei due fratelli, un anno fa, era già stato arrestato per un medesimo reato e due degli altri tre soggetti avevano precedenti analoghi.

L’area in cui si trovava la stamperia aveva un avanzato sistema di aerazione, un impianto per monitorare l’area esterna nonché alcuni sistemi per silenziare i motori delle stampanti. La stamperia si trovava all’interno di una ditta specializzata in scarichi ambientali, i cui gestori erano i due fratelli, individuati come i reali organizzatori dell’attività illecita.

La Campania, è stato sottolineato nel corso di una conferenza stampa al Comando Provinciale di Salerno, si pone al primo posto per stamperie di banconote contraffatte anche se i maggiori sequestri, soprattutto nel primo trimestre del 2014, sono stati fatti nella parte Nord-Ovest dell’Italia.

Oltre alle banconote in via di ultimazione, ma già riproducenti le immagini della filigrana presenti sulle banconote da cinquanta euro, sono state sequestrate cinque macchine industriali da stampa e numerosi cliché e pellicole trasparenti utilizzate per l’illecita produzione. Parte della merce sequestrata era nascosta dietro un finto mobile di legno e dietro un altro doppiofondo ricavato all’interno del pavimento apribile mediante un apposito telecomando.

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