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Italia: strage Lampedusa, cinque fermati, stupri e torture

(Keystone-ATS) La polizia di Stato italiana ha fermato cinque persone nell’ambito dell’operazione “Glauco” avviata dopo il tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa il 3 ottobre del 2013, nel quale morirono almeno 366 migranti. Altre quattro persone sono ricercate. Le indagini hanno fatto scoprire agli investigatori “continue violenze fisiche e reiterate torture che hanno subito numerosi migranti, nonché i ripetuti stupri, anche di gruppo, cui sono state sottoposte diverse donne”, ha indicato stamane la polizia di Stato.

I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, nonché di favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio malavitoso.

Due indagati sono in Africa, uno in Svezia e il quarto a Roma. Sono state svolte diverse perquisizioni e gli investigatori hanno sequestrato denaro in contante, documenti su trasferimento di soldi attraverso money transfer e altro materiale utile per le indagini.

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi vi sono un cittadino etiope e un sudanese, ritenuti, da tempo, tra i più pericolosi e importanti trafficanti di migranti. In particolare, è emerso che quest’ultimo aveva il ruolo di raccogliere a Khartum (Sudan), una consistente parte di migranti che venivano trasferiti, spesso con modalità vessatorie, a Tripoli (Libia), dove l’altro, dopo averli tenuti “segregati” in diverse abitazioni, di cui ha la disponibilità, li faceva imbarcare su natanti fatiscenti diretti verso le coste siciliane.

Le investigazioni hanno consentito – dice la polizia di Stato – d’individuare “una cellula della medesima associazione criminale, composta da cittadini eritrei operanti in Italia, in particolare nelle province di Agrigento e Roma, che favoriva la permanenza illegale di migranti clandestini sul territorio nazionale e ne agevolava il successivo espatrio, sempre illegalmente, verso altri Paesi dell’Unione Europea, in particolare Norvegia e Germania, o del continente americano, tra tutti il Canada”.

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