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Italia:domani a Torino il processo Eternit

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 dicembre 2009 - 19:01
(Keystone-ATS)

TORINO - Si apre domani a Torino il processo Eternit (amianto), un avvenimento molto atteso, non soltanto in Italia. Sul banco degli imputati figurano lo svizzero Stephan Schmidheiny, 62 anni, uno degli uomini più ricchi del mondo, e il barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, 88 anni, accusati di disastro doloso e rimozione volontaria di cautele. Rischiano da 3 a 12 anni di carcere. Anche la presidenza del consiglio dei ministri è stata citata come responsabile civile.
E' la prima volta che dei giudici dovranno occuparsi di personalità di un tale livello per problemi legati alla sicurezza e alla salute sul lavoro. Il processo a Eternit Italia è il più ampio che sia mai stato celebrato per questioni legate all'amianto: 2.889 le parti lese, tra familiari di deceduti (oltre 2000 secondo l'accusa), eredi o persone che si sono ammalate per gli effetti della lavorazione dell'amianto negli stabilimenti italiani di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo(Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli).
Il rinvio a giudizio era stato disposto dal giudice per l'udienza preliminare il 22 luglio scorso, ma la novità forse più eclatante è arrivata poche settimane fa, quando il tribunale di Torino ha citato come responsabile la Presidenza del consiglio dei ministri. Una citazione richiesta dalla vedova di un cittadino di Casale Monferrato deceduto a causa dell'esposizione all'amianto lavorato.
Secondo la donna, lo Stato italiano è responsabile "per non avere adottato i provvedimenti necessari a garantire il rispetto dei principi costituzionali e l'attuazione delle specifiche direttive Cee in materia di tutela della salute dei lavoratori". Il legale della donna chiede, quindi, che "sia condannato con gli imputati del procedimento penale al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali".
Nelle prime udienze non si entrerà ancora nel vivo: saranno per lo più dedicate alla burocrazia processuale, con costituzioni di parte civile, liste di testimoni da presentare ed altri adempimenti. Il dibattimento dovrebbe avere un calendario di due udienze a settimana, un ritmo che dovrebbe ulteriormente escludere il rischio di essere eventualmente toccato dalle norme sul cosiddetto "processo breve".

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