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Johannesburg: in 30’000 contro la xenofobia

(Keystone-ATS) Almeno 30’000 persone hanno marciato oggi a Johannesburg in una protesta contro l’ondata di violenza xenofoba che nelle ultime settimane ha provocato vari morti e circa 5’000 sfollati fra immigrati da altri Paesi africani e dall’Asia.

Alla manifestazione, che ha attraversato pacificamente la più grande città sudafricana, hanno preso parte sudafricani e immigrati. “Africa unita” e “Benvenuti stranieri”, recitavano i cartelli. “Nelson Mandela si starà rivoltando nella tomba”, ha commentato un manifestante, citato da Bbc.

Secondo la Bbc, la manifestazione si è snodata soprattutto nel sobborgo di Hillbrow, che è stato soprannominato “Lagos” per la forte presenza di immigrati nigeriani.

“Sconfiggeremo la xenofobia come abbiamo sconfitto l’apartheid”, ha detto alla folla nel comizio finale David Makhura, governatore della provincia di Gauteng, di cui Johannesburg è capoluogo. E la folla ha intonato un triste canto che veniva cantato ai funerali ai tempi dell’apartheid, “Senzenina” (Cosa abbiamo fatto mai?). “Questo non è il Sudafrica per il quale abbiamo combattuto”, ha commentato un manifestante, Vusi Hlongwane.

Una manifestazione analoga si è svolta anche nella città di Port Elizabeth, sulla costa meridionale, dove si sono viste bandiere dello Zimbabwe e un grande striscione con la scritta “La diversità è la nostra forza”.

Da lunedì contro la violenza xenofoba è mobilitato l’esercito, che presidia i punti sensibili, dopo circa tre settimane di violenza, in cui lavoratori e piccoli commercianti stranieri sono stati attaccati a colpi di bastone, coltello, machete, costretti a lasciare le loro case e a cercare rifugio in posti di polizia e edifici pubblici.

La violenza – si tratta della seconda ondata xenofoba in Sudafrica dopo quella del 2008 – prende corpo fra gli strati più poveri della popolazione nera in un Paese in cui ufficialmente il tasso di disoccupazione è del 25% e nel quale si stima ospiti almeno due milioni di stranieri, circa il 4% della popolazione totale. Gli stranieri, immigrati da Paesi africani poveri, ma anche dal Sud-est asiatico e dal Subcontinente indiano, sono accusati di “togliere lavoro” ai sudafricani.

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