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Kim: riconciliazione tra le Coree

Kim Jong Un KEYSTONE/AP KCNA via KNS sda-ats

(Keystone-ATS) Lo scambio di cortesie tra le due Coree si arricchisce dell’entusiasmo del leader Kim Jong-un, desideroso di migliorare i rapporti con Seul e riconoscente per l’accoglienza riservata alla sua delegazione, a cominciare dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi.

Con gli Usa che hanno aperto all’ipotesi di contatto diretto attraverso il vice presidente Mike Pence e con il presidente sudcoreano Moon Jae-in che ha chiesto al Nord di riavviare un dialogo con Washington tra le condizioni per accettare un summit a Pyongyang, l’attenzione è sulle mosse del “giovane generale”.

“È importante proseguire e avere buoni risultati rafforzando ulteriormente il cordiale clima di riconciliazione e dialogo”, ha detto Kim – nel resoconto della Kcna – sull’incontro avuto con la delegazione appena rientrata dal Sud, guidata dal Capo dello Stato de facto Kim Yong-nam e soprattutto con la sorella minore del leader, Kim Yo-jong, nei panni di inviata speciale.

Kim ha espresso “soddisfazione” anche sulla performance della Samjiyon Orchestra, impegnata in due concerti, e dato non meglio precisate istruzioni pratiche per riannodare i legami col Sud.

Il ministero dell’Unificazione ha stimato in 2,7 milioni di dollari gli oneri della partecipazione alle Olimpiadi della Corea del Nord, includendo le diverse iniziative, che dovrebbero essere coperti dal fondo della cooperazione intercoreana.

Il dispaccio della Kcna è maturato a poche ore dai giudizi di Pence (disponibilità a parlare, ma “nessun allentamento della pressione” senza passi significativi sulla denuclearizzazione), apprezzati da Moon. La Cina ha auspicato un filo diretto tra Washington e Pyongyang per pace e stabilità dell’Asia-Pacifico.

Usa e Giappone hanno espresso perplessità sui rischi di un possibile allentamento del pressing su Pyongyang: il timore è che Seul riprenda, ad esempio, alcuni aiuti umanitari e che il Nord, facendo sviare l’attenzione, possa acquisire altro tempo per completare i suoi piani nucleari e missilistici.

Nella missione di tre giorni del Nord al Sud il nodo nucleare non è stato mai discusso. Una situazione incerta che ha spinto non a caso il direttore dell’Intelligence nazionale Usa Dan Coats a dire oggi dinanzi al Congresso di ritenere la Corea del Nord tra i maggiori fattori al mondo di rischio per un conflitto.

L’ipotesi di summit, il terzo tra leader coreani dopo il 2000 e il 2007, non è destinato a cambiare i “fondamentali” del problema. “Non c’è dubbio che nell’immediato futuro ascolteremo che i leader nordcoreani useranno la visita del presidente Moon come un’opportunità di de-escalation”, ha notato su Nk.News Andrei Lankov, tra i massimi esperti sulle vicende intercoreane.

L’attuale conflitto “è tra Usa e Corea del Nord, non tra le due Coree, e il presidente Moon può, al meglio, consegnare un messaggio da Washington”. Il Nord continuerà a non mollerà i programmi nucleari e balistici, e gli Usa continueranno a non accettarli. In fondo, ha concluso Lankov, “pochi mesi di rilassamento sono meglio di pochi mesi di lento scivolamento verso una possibile guerra”.

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