L’AELS compie 60 anni, Svizzera fra i fondatori
(Keystone-ATS) “Sì” ad accordi commerciali ma “no” a unioni politiche: è con questa filosofia che 60 anni fa la Svizzera e altri sei Paesi hanno fondato l’Associazione europea di libero scambio (AELS).
L’intesa è nata in contrapposizione alla Comunità economica europea, che è stata invece il primo pilastro dell’Unione europea (Ue).
La pietra fondante dell’AELS è la Convenzione di Stoccolma, firmata il 4 gennaio 1960, oltre che dalla Svizzera, da Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Regno Unito e Svezia. Al massimo del suo splendore l’intesa è arrivata a contare dieci membri, mentre oggi rimangono Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
Dopo la Brexit, si sono susseguite molte voci su un possibile ritorno di Londra, che sono però state prontamente smentite. “Il nostro governo si è espresso chiaramente contro l’adesione all’AELS”, ha dichiarato alla “Handelszeitung” l’ambasciatrice britannica a Berna Jane Owen. I 29 accordi dell’Associazione sono in parte vecchi: “Abbiamo l’ambizione di contrattare intese moderne, in maniera diretta e non tramite l’AELS”, ha continuato.
Nel corso degli anni diversi membri – come Danimarca, Austria, Portogallo, Svezia e Finlandia – sono passati nei ranghi dell’Ue. Nello Spazio economico europeo sono stati accettati anche i membri dell’AELS, con l’eccezione della Confederazione, il cui popolo nel 1992 ha rifiutato l’adesione.
Ad oggi gli Stati AELS in totale contano 14 milioni di abitanti. Circa i due terzi degli affari vengono svolti con Paesi aderenti all’Ue. Gli export in quella direzione raggiungono quasi 194 miliardi di euro (circa 211 miliardi di franchi), mentre l’import è di 171 miliardi (circa 186 miliardi).