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La Cina non è in deflazione, afferma il premier Li

(Keystone-ATS) La Cina ha rallentato il suo ritmo di crescita ma “non è in deflazione” e il suo governo è “determinato” a procedere con le riforme volte a ridurre il ruolo dello Stato nell’economia, anche se si dovrà scontrare con gli “interessi costituiti” che hanno prosperato negli ultimi anni. Lo ha detto il premier cinese Li Keqiang nella conferenza stampa a Pechino a conclusione dei lavori dell’ Assemblea Nazionale del Popolo (Npc), l’equivalente del Parlamento che si riunisce una volta all’anno in seduta plenaria.

Rispondendo alle domande dei giornalisti cinesi e stranieri, Li ha detto che le riforme fatte fino a ora “hanno ridotto i poteri del governo, aiutandoci a gestire le pressione verso il basso del ritmo di crescita economica”.

La conferenza stampa si è tenuta dopo la seduta conclusiva dell’Npc, che ha approvato la riduzione dal 7,5% al 7% dell’obiettivo della crescita annuale. La riduzione era stata proposta dallo stesso Li Keqiang dieci giorni fa, nel suo rapporto all’Assemblea sul lavoro del governo.

Li, 59 anni, è apparso rilassato e ha affrontato alcuni temi scottanti, come il peggioramento della condizioni dell’ambiente in Cina e la crisi in Ucraina. Sul primo punto il premier – che un anno fa ha “dichiarato guerra” all’inquinamento, diventato insopportabile in molte città cinesi – ha ammonito che gli inquinatori pagheranno un prezzo “tanto alto da diventare insopportabile”.

Per quanto riguarda l’Ucraina, Li ha affermato che la Cina ne sostiene “l’indipendenza e l’integrità territoriale” nonostante le sue ottime relazioni con Mosca.

La conferenza stampa del premier che tradizionalmente conclude i lavori dell’Npc è stata per Li Keqiang, secondo la stampa di Hong Kong, un’occasione per “uscire dall’ombra” del presidente Xi Jinping, che ha accentrato nelle sue mani un potere notevolmente superiore a quello dei suoi predecessori, mettendo in secondo piano il ruolo del capo del governo.

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