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La Grecia si riarma nel pieno della crisi con Ankara

La Grecia corre alle armi con un ingente acquisto di aerei e navi da guerra. KEYSTONE/EPA/CARSTEN REHDER sda-ats

(Keystone-ATS) Atene corre alle armi. Il premier Kyriakos Mitsotakis ha annunciato un piano per un “ingente” acquisto di aerei e navi da guerra, oltre all’arruolamento di migliaia di altri soldati.

Il tutto, di certo non a caso, mentre la Grecia continua a fronteggiare la aggressive rivendicazioni della Turchia sui ricchi giacimenti di idrocarburi in una vasta zona del Mediterraneo orientale.

Allo stesso tempo, Ankara sembra invece voler allentare la tensione. Poche ore dopo l’annuncio di Mitsotakis, il governo turco ha fatto sapere che oggi è rientrata nel porto la nave da ricerca sismica Oruc Reis, da settimane impegnata in controverse esplorazioni proprio nelle acque della zona contesa, con tanto di navi militari di appoggio.

Atene comunque, ha fatto sapere Mitsotakis, acquisterà 18 nuovi aerei da combattimento Rafale di fabbricazione francese, quattro elicotteri per la marina e quattro nuove fregate, mentre ne ristrutturerà altre quattro. Inoltre, l’esercito otterrà nuove armi anticarro, nuovi siluri e nuovi missili guidati, oltre ad assumere 15.000 militari nell’arco dei prossimi cinque anni.

Soddifazione di Parigi

Parigi, in prima linea contro le rivendicazioni di Erdogan, ha prontamente espresso soddisfazione, in particolare per l’acquisto dei Rafale. “Il ministro delle forze armate Florence Parly accoglie con favore la scelta annunciata dal primo ministro Mitsotakis di acquisire 18 aerei Rafale”, ha affermato in una nota il ministero della Difesa, aggiungendo che questa scelta “rafforza il legame tra le forze armate greche e francesi, e consentirà loro di intensificare la loro cooperazione operativa e strategica”.

La Francia si è schierata con la Grecia sin dal primo momento, inviando, tra l’altro, navi da guerra e caccia da combattimento nella zona contesa e ospitando il 10 settembre il forum informale dei Paesi del sud dell’Unione europea ad Ajaccio, in Corsica.

Dunque, su Ankara la pressione è andata progressivamente aumentando, ed è ora difficile dire se il governo turco abbia infine deciso di allentare la tensione a causa di questo. Fatto sta che la Nave Oruk Reis è stata ritirata in quello che rappresenta “un passo per dare una possibilità alla diplomazia”, ha scritto il quotidiano filogovernativo turco Yeni Safak, mentre Mitsotakis ha risposto che si tratta di “un passo positivo” e che Atene “è sempre pronta ad avviare contatti esplorativi con la Turchia”.

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