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La notte di Biden, vola nel Supertuesday e ferma Sanders

Joe Biden KEYSTONE/AP/Marcio Jose Sanchez sda-ats

(Keystone-ATS) È la notte di Joe Biden. Il Supertuesday delle primarie democratiche regala all’ex vicepresidente americano un filotto insperato di vittorie che gli permette di stroncare le speranze di fuga del socialista Bernie Sanders.

E lo ripaga di tante amarezze, e dello scetticismo che finora aveva accompagnato la sua campagna elettorale.

Una notte da ricordare insomma, per chi per otto anni è stato al fianco di Barack Obama alla Casa Bianca. E dopo una notte così anche ‘Sleepy Joe’, come lo chiama irriverente Donald Trump, può sorridere ed esultare: “È straordinario. Ci avevano dato per spacciati ma siamo ancora qui, siamo ancora vivi!”. È il verdetto del supermartedì: la corsa verso la nomination democratica è più che mai aperta.

La serata si mette subito bene per Biden, con il colpo grosso a sorpresa in Virginia e l’attesa vittoria in North Carolina. Ma via via l’ex vicepresidente conquista l’Alabama, l’Oklahoma, il Tennessee, il Minnesota, l’Arkansas, e strappa persino il Massachusetts alla padrona di casa Elizabeth Warren, finita solo terza. Otto stati, otto vittorie, e un testa a testa fino all’ultimo voto in Texas, dove Sanders era favorito.

L’indomito Bernie, che ha atteso i risultati nella sua città di Burlington, può consolarsi con la prevista vittoria in California e il primato nel suo Vermont, più lo Utah e il Colorado. “Sono fiducioso che vinceremo la nomination e sconfiggeremo Donald Trump”, dice ai fan, tra i quali però serpeggia una certa delusione per un risultato decisamente al di sotto delle attese.

Niente a che vedere però con l’aria di sconforto che si respira al quartier generale di Michael Bloomberg, per l’occasione in un grande albergo di West Palm Beach, in Florida, a due passi da casa Trump. Il miliardario ex sindaco di New York, al suo debutto alle urne, non sfonda da nessuna parte. Non poteva immaginare l’exploit di Biden, arrivato grazie all’appoggio dei neri negli stati del sud e agli endorsement di Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O’Rourke.

Così per il magnate dei media è una magra consolazione la vittoria nelle Samoa Americane e il secondo posto in California. E il ritiro – dicono le voi bene informate – potrebbe essere dietro l’angolo. Il vero flop però è quello di Elizabeth Warren, che non si impone né nello stato in cui è nata e cresciuta, l’Oklahoma, né nel suo Massachusetts. Al capolinea insomma.

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