La Posta deve prendere esempio da Nestlé, Claude Béglé
BERNA - La Posta deve fare affari all'estero per guadagnare i soldi che le consentano di finanziare il servizio pubblico in Svizzera. È quanto ha dichiarato il presidente del consiglio di amministrazione del gigante giallo, Claude Béglé, in un'intervista pubblicata oggi dal domenicale "Sonntag". Secondo lui, l'ex regia "deve diventare come Nestlé".
La Posta "manterrà anche in futuro la sua sede sociale in Svizzera, continuerà a sviluppare i suoi prodotti nel Paese e a pagare le imposte nella Confederazione su dei guadagni che saranno per una parte importante realizzati all'estero", pronostica Claude Béglé.
I soldi guadagnati all'estero permetteranno di finanziare le infrastrutture in Svizzera, ha rilevato il "patron" della Posta.
Nella sua strategia di crescita, Béglé punta in particolare sulla posta elettronica "Swiss Post Solutions" (SPS). Aziende europee e del Vicino Oriente sono già state avvicinate in tal senso e hanno già "mostrato un grande interesse", dichiara il presidente del cda.
A suo avviso, la posta elettronica consentirà di compensare il calo delle lettere. In un'altra intervista", pubblicata oggi dalla "NZZ am Sonntag", Béglé indica che la posta tradizionale diminuirà di un terzo entro il 2015.
A titolo di paragone, La Posta - che impiega attualmente 44'000 persone - ha realizzato un giro d'affari di circa 9 miliardi di franchi nel 2008. Il gigante alimentare Nestlé - che occupa 283'00 persone in tutto il mondo - ha visto crescere il suo fatturato a 110 miliardi di franchi l'anno scorso.