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La regina ai britannici: ‘Cambierà tutto, siate forti’

La regina ha tenuto un rarissimo discorso alla popolazione. KEYSTONE/AP/Kirsty Wigglesworth sda-ats

(Keystone-ATS) Un appello “all’autodisciplina” e alla risolutezza di fronte alla più grave avversità che incombe sul suo Regno e sul mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Ma anche un monito alla consapevolezza della dimensione di un evento, l’emergenza coronavirus, che ha portato e porterà inevitabilmente con sé lutti e “cambiamenti enormi nella vita quotidiana”.

L’inossidabile Elisabetta II incoraggia e sprona i sudditi in uno storico discorso dagli schermi della tv: appena il quarto in 68 anni di regno – al di fuori della tradizione dei messaggi di Natale – dopo quelli tenuti in occasione del primo conflitto in Iraq o dei funerali di lady Diana e l’ultimo per la scomparsa di sua madre ultracentenaria nel 2002.

Un discorso trasmesso con toni che riflettono l’urgenza del momento in un giorno nel quale i dati fanno segnare oltremanica un nuovo picco di contagi, quasi 6000 in più in 24 ore, con una conta di morti totali censiti arrivata quasi a quota 5000. Mentre lo stesso governo conservatore di Boris Johnson, allineatosi da due settimane alla strategia globale del lockdown dopo gli indugi e forse qualche illusione iniziale, è costretto a minacciare di bandire persino l’esercizio fisico all’aperto dinanzi alle trasgressioni di quella parte di popolazione isolana che insiste a considerare come una prova di libertà individuale il rifiuto di assoggettarsi alle cautele.

L’epidemia, avverte severa Sua Maestà dalla Drawing Room del castello di Windsor, non fa sconti, è un tempo di prova, di “crescente difficoltà”. “Un tempo di sconvolgimento nella vita del nostro Paese”, rimarca, che ha ha già “portato dolore ad alcuni, problemi finanziari a molti ed enormi cambiamenti alla vita quotidiana di tutti”.

L’invito e la sfida al suo popolo, espressi con echi alla Winston Churchill, primo ministro all’epoca della sua incoronazione, è a mostrare le qualità migliori, con “orgoglio”, in questa battaglia senza armi e senza bombe. Ad essere degno del giudizio del posteri. “Spero che chi verrà dopo di noi possa dire dei britannici di questa generazione che sono stati forti” come le altre, scandisce con fermezza da matriarca la sovrana, 94 anni fra due settimane, guardando all’orizzonte d’una storia di cui è stata protagonista per decenni, anche in momenti più tormentati di quello attuale.

Si tratta di testimoniare che “l’autodisciplina, la determinazione e la fratellanza” sono ancora parte del “carattere di questo Paese”, incalza la monarca, mostrandosi salda a dispetto dell’età e delle traversie, dal rifugio di Windsor in cui si è trasferita col quasi 99enne consorte Filippo per allontanare nei limiti del possibile l’ombra di un virus già capace di colpire, seppur in forma lieve, tanto l’erede al trono Carlo quanto il premier Boris Johnson, la sua compagna incinta Carrie Symonds e un discreto numero di consiglieri e ministri.

Ministri come il titolare della Sanità, Matt Hancock, furioso coi connazionali che continuano a sottovalutare il pericolo in modo “incredibile”, credendo di poter impunemente sfruttare la domenica di sole per abbronzarsi in pubblico. E ultimativo sulla minaccia di vietare pure il jogging, in un’intervista alla Bbc concessa all’unisono con l’ennesimo invito via Twitter di BoJo (la cui febbre da Covid-19 stenta a passare) a “stare in casa”.

Intanto Keir Starmer, volto più moderato del Labour eletto ieri leader dell’opposizione al posto del vecchio socialista radicale Jeremy Corbyn, prova a entrare subito nel dibattito sul coronavirus per non essere emarginato dalla scena. E lo fa scrivendo un articolo per il Sunday Times di Rupert Murdoch nel quale – dopo aver accettato l’invito di Johnson a collaborare costruttivamente su “un’emergenza nazionale” e aver promesso di non voler cercare “vantaggi di partito” – non rinuncia tuttavia a criticare “i gravi errori” imputati finora al governo Tory; in particolare i ritardi sugli equipaggiamenti protettivi e i test al personale della sanità pubblica (Nhs).

Mentre al contempo strizza l’occhio alle impazienze d’una parte della gente e a quegli esperti che insistono a non credere che il lockdown possa durare a lungo, sfidando i ministri a preparare un piano B per i loro settori di competenza: ossia, una exit strategy.

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