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La Scozia dice no all’indipendenza, da gennaio più poteri

(Keystone-ATS) La Scozia ha detto no all’indipendenza con una maggioranza del 55,3% e la sterlina vola ai suoi massimi sull’euro da due anni a questa parte. Nella notte più lunga è sfumata la battaglia per staccarsi da Londra e il Regno resta Unito, così come sancito oltre 300 anni fa.

Poco ha potuto la passione, la campagna fino all’ultimo voto combattuta dagli indipendentisti. Si allontana quella “occasione della vita” sulla quale il premier di Edimburgo, Alex Salmond, capofila del fronte del sì, aveva puntato tutto.

“È il tempo per il nostro Regno Unito di andare avanti”, ha dichiarato David Cameron che ha subito assicurato il rispetto “delle promesse fatte alla Scozia” con l’impegno a devolvere comunque ulteriori poteri ad Edimburgo “entro gennaio”. Ma il premier britannico ha anche garantito “più poteri sulla gestione dei loro affari” alle altre tre nazioni che costituiscono la Gran Bretagna: Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord.

“Accettiamo la vittoria del no”, ha detto a caldo il first minister scozzese Alex Salmond con il quale Cameron si è congratulato chiedendogli di partecipare ai colloqui per un ulteriore devolution. “Riconosciamo la scelta democratica degli scozzesi”, ha aggiunto ringraziando la Scozia per quel milione e seicentomila voti che ha fatto sopravvivere il sogno.

Un milione 617.989 per la precisione contro i 2.001.926 di ‘nò, su un totale di 4.283.392 elettori. La contea in cui i ‘nò hanno ottenuto più consensi è stata quella delle Orcadi con 67,20%, mentre quella più ‘indipendentistà è stata quella di Dundee City, la cosiddetta Yes City, con il 57,35%.

Immediate le reazioni da tutta Europa sui risultati del referendum in Scozia. “Sollievo” per la vittoria dei ‘nò è stato espresso dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Soddisfazione per “il fatto che il Regno Unito rimarrà insieme è stata espressa anche da Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo uscente e Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea. Soddisfazione e sollievo anche dai governi europei, in particolare la Germania ha espresso l’auspicio di un “Regno Unito forte in Europa”.

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