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Lavoro nero, passa la linea morbida

Sul lavoro nero passa la linea morbida del Consiglio nazionale KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) È necessaria una lotta più efficace al lavoro nero, ma non bisogna pesare sulle aziende con troppa burocrazia.

Il Consiglio degli Stati si è allineato oggi tacitamente al Nazionale stralciando dalla riforma della legge in materia (LLN) la proposta di sanzioni formulata dal governo. L’oggetto è pronto per le votazioni finali.

L’esecutivo proponeva di punire con una multa compresa tra 1000 e 5000 franchi le violazioni degli obblighi di annuncio. A destra questa soluzione è parsa eccessiva e in grado di generare ostacoli e un eccessivo onere amministrativo per le imprese.

Provvedimenti rientreranno comunque nella legge sull’AVS: il datore di lavoro che dimenticherà di iscriversi a una cassa di compensazione e di scontare i salari entro 30 giorni sarà punito con una pena pecuniaria di al massimo 180 aliquote giornaliere.

La revisione della LLN contiene soprattutto un miglioramento dello scambio di informazioni tra le varie autorità coinvolte per lottare contro un fenomeno che distorce la concorrenza con ricadute negative sulle imprese serie e i lavoratori, cui non vengono pagati i contributi sociali e sono completamente sprovvisti di assicurazioni.

A soffrirne, è stato sottolineato nel dibattito, è anche lo Stato, cui viene sottratto substrato fiscale. Si calcola che il lavoro nero in Svizzera valga il 6-7% del Pil nazionale, aveva ricordato il socialista Christian Levrat (FR) la settimana scorsa.

L’UDC si è battuta invano contro il pacchetto proposto dal governo, sostenendo che va troppo lontano, toglie potere ai cantoni e crea nuova burocrazia senza portare miglioramenti tangibili per contrastare il fenomeno. Pur non riuscendo ad affossare l’intera revisione, con l’appoggio del PLR il partito guidato da Albert Rösti è riuscito a togliere mordente al progetto.

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