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Le poste non devono essere maggiormente raggiungibili

Gli uffici postali non devono essere maggiormente raggiungibili (foto d'archivio) Keystone/FABRICE COFFRINI sda-ats

(Keystone-ATS) I criteri di misurazione della raggiungibilità degli uffici postali non devono al momento essere resi più severi o stabiliti a livello regionale.

È quanto sostiene il Consiglio federale in risposta a una mozione della Commissione dei trasporti e delle comunicazioni del Nazionale.

Il testo della mozione sottolinea come una raggiungibilità media per il 90% della popolazione di tutto il Paese – come prevista oggi – sia inadeguata e non fornisca alcuna indicazione sulla situazione della copertura nei singoli comuni e nelle regioni. Inoltre, si evidenzia che per le prestazioni nel settore del traffico dei pagamenti devono valere gli stessi criteri di raggiungibilità applicabili alle prestazioni postali, ovvero un accesso a piedi o con i mezzi pubblici nell’arco di 20 minuti.

Sempre secondo la mozione, le agenzia postali dovrebbero essere strutturate in modo tale da garantire tutte le prestazioni logistiche della Posta, ad esempio la spedizione di pacchi ingombranti o gli invii di massa.

Secondo il governo, la Posta ha l’obbligo di garantire una rete capillare di punti di accesso. Questi punti sono gestiti autonomamente (ufficio postale) o in collaborazione con terzi (agenzia). L’esecutivo ha definito i valori medi, che fino ad ora sono sempre stati rispettati, si legge in un comunicato odierno.

In generale si assiste a una forte riduzione della clientela degli uffici postali a seguito dell’evoluzione digitale. In risposta a questa tendenza, la Posta punta maggiormente su soluzioni più economiche. Nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015 sono stati rimpiazzati con agenzie in media 82 uffici all’anno.

Il Consiglio federale ammette che determinati individui o regioni sono maggiormente toccati da queste misure. Le ripercussioni delle richieste della mozione, e quindi un eventuale ampliamento delle prestazioni sul finanziamento del servizio universale, andrebbero però analizzate approfonditamente.

Il governo suggerisce quindi – come già fatto in un rapporto di valutazione pubblicato lo scorso gennaio – di effettuare un attento esame delle esigenze della popolazione e propone al momento di respingere la mozione.

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