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Libano: scontri si estendono a Tripoli, morta bambina

(Keystone-ATS) Dalle montagne nel nord-est del Libano, lungo il confine con la Siria, le violenze si estendono a Tripoli, la maggiore città nel nord del Paese, dove oggi una bambina di 12 anni è morta e sette soldati sono rimasti feriti negli scontri che oppongono l’esercito a miliziani sunniti.

La Francia, intanto, ha accolto gli appelli di Beirut assicurando di essere pronta a “rispondere rapidamente” alla richiesta di armi dal male equipaggiato esercito libanese per far fronte alle infiltrazioni dei jihadisti dalla vicina Siria senza ricorrere all’aiuto delle potenti milizie sciite di Hezbollah. Uno scenario che rischierebbe di esacerbare le tensioni interconfessionali e di far precipitare anche il Libano in una guerra civile.

Nel pomeriggio sono ripresi i bombardamenti dell’esercito sulle colline intorno alla cittadina di Arsal contro le postazioni dei miliziani estremisti sunniti provenienti dalla Siria, che hanno lanciato la loro offensiva sabato scorso dopo l’arresto da parte delle forze libanesi di un siriano accusato di appartenere al Fronte al Nusra, la branca siriana di Al Qaida.

Almeno 16 soldati sono rimasti uccisi e 86 feriti nei combattimenti dei giorni scorsi, mentre risultano dispersi altri 22 militari e 17 poliziotti, probabilmente nelle mani dei jihadisti.

Tre agenti di polizia fatti prigionieri sono invece stati rilasciati nelle ultime ore, dopo che due esponenti religiosi sunniti si erano recati ad Arsal per tentare una mediazione. La loro auto è stata colpita ieri sera da colpi d’arma da fuoco sparati da sconosciuti ed entrambi sono rimasti feriti.

Gli incidenti di Tripoli, città dove è sempre presente la tensione tra la comunità sunnita e quella sciita, sono scoppiati quando è arrivata la notizia dell’agguato. All’alba di oggi sette soldati sono stati feriti nel quartiere sunnita di Bab al Tabbaneh quando il pullman su cui viaggiavano è stato attaccato da miliziani armati. Negli scontri che sono seguiti una bambina di 12 anni è rimasta uccisa da una pallottola alla testa.

Parigi “è pienamente impegnata nel sostegno all’esercito libanese”, ha intanto sottolineato il portavoce del ministero degli Esteri, Vincent Floreani, dopo che il primo ministro libanese Tammam Salam e il capo delle forze armate, generale Jean Kahwaji, avevano sollecitato la Francia ad onorare in tempi rapidi un accordo raggiunto in dicembre per la fornitura di armi, finanziate con tre miliardi di dollari dall’Arabia Saudita.

In una conferenza tenutasi in giugno a Roma, inoltre, la comunità internazionale, tra cui l’Italia, si era impegnata a sostenere l’esercito libanese, in particolare con l’addestramento.

Il ministro della Difesa libanese, Samir Mokbel, ha ricordato oggi questi impegni al capo della delegazione della Ue in Libano, Angelina Eichhorst, sottolineando che “i Paesi europei e altri non saranno al riparo” dalla minaccia del terrorismo se i miliziani non verranno fermati nel loro attacco al Libano.

Anche gli Usa sono pronti a “rafforzare le capacità dell’esercito nella sua lotta contro il terrorismo”, ha affermato l’ambasciatore americano a Beirut, David Hale, ricevuto oggi dal premier Salam.

Mentre anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ieri sera, ha espresso all’unanimità il suo sostegno alle forze armate del Paese dei Cedri.

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