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Libia: continua avanzata ribelli da ovest verso Tripoli

(Keystone-ATS) La ribellione libica si sta concentrando oramai sul massiccio montagnoso del Djebel Nefoussa a ovest del Paese, in direzione di Tripoli, con l’obiettivo di fornire agli insorti il maggior numero di armi e munizioni. Lo ha dichiarato oggi a Jado il generale Omar El-Hariri, membro del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt). Intanto la diplomazia russa ha iniziato oggi un colloquio per una soluzione politica al conflitto.

“Oramai ci siamo concentrati sul Djebel Nefoussa, la regione liberata più vicina a Tripoli, dopo la quale ci sono sono Misurata e Bengasi”, feudi dell’insurrezione che si trovano a est della Libia, ha precisato il generale. “È meglio attaccare dalla zona più vicina”, ha annunciato il militare, specificando che “Bir Ghanam si trova a 75 km da Tripoli”. Bir Ghanam, è il prossimo obiettivo degli insorti che sono asserragliati da circa due km da questa città, punto strategico sulla strada che conduce alla capitale, ancora controllata dalle forze di Muammar Gheddafi.

Secondo fonti ospedaliere, almeno 18 combattenti ribelli sono stati uccisi e circa 150 sono rimasti feriti tra ieri e stamane nei combattimenti in corso con le forze leali al leader libico Muammar Gheddafi per il controllo dell’importante snodo petrolifero di Brega (est).

Nei cinque mesi di guerra libica, Brega è passata di mano diverse volte. Ieri gli insorti avevano detto di averla circondata e di essere sul punto di prenderne il controllo, ma il governo libico ha smentito tutto, ripetendo che i suoi soldati sono in città e impediscono ai ribelli di avanzare.

Intanto questo pomeriggio è iniziato a Mosca l’incontro tra il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e il suo omologo libico Abdelati al Obeidi. Un colloquio, ha spiegato la diplomazia russa, nel quadro degli sforzi dell’Onu e dell’Unione Africana per mettere fine allo spargimento di sangue e trovare una soluzione politica.

Al termine dei colloqui, il ministro degli esteri libico ha auspicato un dialogo tra tutte le parti in cause per una soluzione pacifica del conflitto. “Tutti noi dobbiamo lavorare per una soluzione pacifica nella quale devono partecipare tutti i libici, e non solo il Consiglio di transizione a Bengasi”, ha dichiarato.

La questione della partenza di Gheddafi non è materia di discussione, ha aggiunto al Obeidi. “Questo punto non c’è neppure nelle proposte dell’Unione Africana”, ha spiegato il capo della diplomazia libica. Abdelati al Obeidi ha ricordato quindi che l’iniziativa dell’Unione Africana prevede “il cessate il fuoco, la fine dei bombardamenti della Nato, e anche l’inizio del dialogo politico con la partecipazione di tutte le parti libiche”.

Abdelati al Obeidi ha poi affermato di ritenere che “non esiste una soluzione militare” del conflitto nel Paese. “L’interferenza esterna è controproducente”, ha affermato.

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