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Lockerbie: governi Scozia e Gb snobbano Congresso Usa

(Keystone-ATS) WASHINGTON – Niente da fare per il Senato americano: il governo scozzese non intende fornire alcuna spiegazione ulteriore circa il rilascio l’anno scorso del libico Abdelbaset Al Megrahi, condannato all’ergastolo per la strage di Lockerbie del 1988, in cui morirono 259 persone, per la maggior parte americani. Tantomeno il ministro della Giustizia scozzese, Kenny MacAskill intende recarsi a Washington il 29 luglio per essere interrogato a Capitol Hill.
Un rifiuto pesante, visto che lo stesso ministro ha dichiarato esplicitamente di essere “responsabile solo davanti al governo del suo Paese”.
Se Edimburgo ha chiuso immediatamente la porta alle richieste americane, lo stesso ha fatto, seppur con toni piu’ concilianti, il governo di Londra. L’ex ministro britannico della Giustizia, Jack Straw, anche lui chiamato a comparire a Washington, a caldo si era limitato a definire “alquanto inusuale” la richiesta.
Diplomaticamente aveva poi aggiunto di non aver ricevuto alcun invito formale e che comunque si sarebbe consultato con il premier all’epoca del rilascio, Gordon Brown, prima di decidere il da farsi. Poi pero’ ha dichiarato esplicitamente che anche lui non intende volare negli States per sottoporsi alle domande dei senatori Usa.
Ovviamente Straw non e’ ritenuto responsabile della liberazione dell’ex agente segreto libico, decisione assunta autonomamente dalla Scozia, tuttavia secondo la commissione parlamentare americana la sua testimonianza poteva essere utile per chiarire come andarono i fatti.
Al di la’ delle audizioni, il Senato americano sta cercando comunque di indagare sul presunto coinvolgimento di Bp nell’affare Lockerbie: il sospetto e’ che l’azienda abbia tentato di influenzare il governo britannico per ottenere vantaggi commerciali. Tesi ovviamente negata con vigore dal governo scozzese. “Posso dire in modo inequivocabile – ha detto il premier Alex Salmond – che non abbiamo mai, in nessun modo, ricevuto alcuna pressione da Bp in relazione alla vicenda Lockerbie”.

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