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Londra, linea dura funziona, spiega Cameron

(Keystone-ATS) Dopo tre notti d’inferno, Londra ha finalmente ritrovato la calma martedì sera e David Cameron, il premier britannico accusato da più parti di avere minimizzato le tensioni, non ha dubbi: la linea dura sta funzionando ed è questa la via da seguire per far calare le tensioni e riportare di nuovo l’Inghilterra alla normalità.

Se a Londra, dove sono stati schierati circa 16 mila poliziotti, le cose sembrano andare meglio, più a nord le tensioni permangono, e in una città come Birmingham, dove tre persone sono state uccise mentre difendevano i negozi del loro quartiere, la serata di mercoledì si annunciava – come la vigilia – tesa e difficile.

Incontrando brevemente la stampa a Downing Street dopo la riunione del gabinetto di crisi, Cameron ha oggi insistito sulla linea dura. E cioè, potranno essere usati gli idranti se necessario contro i rivoltosi, come in Irlanda del Nord; la presenza delle forze di polizia rimarrà massiccia finchè sarà necessario e i tribunali non chiuderanno le porte per essere in grado di processare per direttissima chi ha commesso un crimine. Complessivamente gli arresti sono stati circa 1.500, oltre la metà dei quali a Londra.

Mentre i conservatori plaudono alla nuova linea dura di Cameron, il dibattito ai Comuni che si aprirà domani si annuncia difficile per il premier, nonostante la strategia del leader dell’opposizione, Ed Miliband, non appaia al momento chiarissima, e questo nonostante nel paese continui a regnare lo scontento per la risposta lenta e macchinosa delle autorità.

Cameron, come anche il sindaco di Londra, Boris Johnson – anche lui conservatore – erano in vacanza all’estero al momento dello scoppio degli scontri, e non sono rientrati immediatamente a casa, sottovalutando le tensioni.

Chiunque sarà incriminato per disordini violenti “finirà in prigione”, ha garantito Cameron e “non ci preoccuperemo di diritti umani fasulli”. La priorità odierna, ha aggiunto il premier, è chiara: “Decideremo qualsiasi azione necessaria per riportare ordine nelle nostre strade”. Ma si tratterà “di una sfida epocale per la polizia”, ha aggiunto l’inquilino di Downing Street. “Abbiamo grandi lezioni da imparare, per essere preparati in futuro”, ha riconosciuto Cameron, secondo cui la risposta è stata molto difficile perchè “c’erano un sacco di persone diverse che facevano le stesse cose in diversi posti allo stesso tempo”. Il premier lo ha detto, probabilmente senza convincere la maggioranza dei britannici, rispondendo ad una domanda sulla lentezza della risposta delle autorità. A Birmingham, il padre della più giovane delle tre vittime, Tariq Jahan, è apparso diverse volte in televisione, l’ultima delle quali in diretta, lanciando un accorato appello alla calma.

“Ci conosciamo tutti nel quartiere, bianchi, neri, e musulmani, non ha nessuna importanza perchè conviviamo in pace da anni”, ha detto con grande dignità il padre di Haroon, 21 anni, prima di aggiungere, rivolgendosi a decine di giovani in un clima di palese tensione, “rispettate mio figlio ed il mio dolore, per piacere tornate a casa”. Tariq aveva provato a salvare il figlio – che lavorava con lui nell’officina di famiglia – praticandogli un massaggio cardiaco in attesa dell’ambulanza. Ma non c’è stato nulla da fare. “Era un ragazzo intelligente e di talento”, ha detto il padre, “era all’inizio della sua vita, troppo giovane per morire”. Le altre due vittime sono Abdul Nasir, 31 anni e suo cugino Shazad Ali, 30 anni, da poco sposato e la cui moglie Khansa è incinta di quattro mesi. Ad aver fatto infuriare la comunità locale è il fatto che le tre vittime fossero lì per proteggere i loro negozi e che siano stati presi di mira deliberatamente, in un attacco che potrebbe anche essere stato di stampo razzista.

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