Lumengo assolto dall'accusa di frode elettorale
Il Tribunale cantonale bernese ha assolto in appello il consigliere nazionale Ricardo Lumengo dall'accusa di frode elettorale. Lumengo, che aveva inoltrato ricorso contro la sentenza di primo grado, dovrà tuttavia pagare le spese giudiziarie di prima istanza.
Il presidente del Tribunale François Rieder ha dichiarato che il deputato biennese d'origine africana, ex socialista, ha violato una regola di diritto pubblico compilando 44 schede elettorale di altre persone. Lumengo è stato pertanto riconosciuto colpevole di incetta di voti (art. 282 bis del Codice penale). Questa infrazione, punita con una multa, è caduta però in prescrizione.
Al consigliere nazionale sarà concessa un'indennità di 5'800 franchi per il non luogo parziale, ha aggiunto il presidente Rieder. La sentenza può essere impugnata presso il Tribunale federale.
Nella sua arringa, l'avvocato difensore ha cercato di dimostrare che non v'è stata interferenza da parte di Lumengo nell'esercizio del diritto di voto: il consigliere nazionale di colore si è semplicemente limitato a compilare dei fac simili, a suo dire per aiutare elettori di origine straniera con scarse conoscenze di civica. I fatti - ha detto - sono avvenuti tra gennaio e marzo, quando le schede ufficiali non erano ancora state recapitate per lo scrutinio.
Il legale ha inoltre rilevato che Lumengo non aveva infilato le schede nelle buste destinate al voto per corrispondenza e non le aveva personalmente imbucate. Lumengo - ha aggiunto - non aveva mai avuto in mano la carta di elettore dei suoi assistiti, che va firmata dal votante e allegata alla scheda.