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Lussemburgo: scandalo fiscale, accordo segreto con 340 aziende

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 novembre 2014 - 13:32
(Keystone-ATS)

Il Lussemburgo si ritrova al centro di un enorme scandalo: le autorità del Granducato hanno stretto accordi segreti con 340 aziende in tutto il mondo, comprese alcune svizzere, per ridurre le loro imposte. Lo hanno rivelato oggi in contemporanea 40 media di 26 paesi, tra cui "Tages-Anzeiger", "Bund" e "Le Matin", nell'ambito dell'inchiesta "LuxLeaks" dell'International Consortium of Investigative Journalism (ICIJ).

I giornalisti riuniti nel consorzio hanno avuto accesso a 18'000 pagine di documenti di "tax ruling" emessi tra il 2002 e il 2010 dalla società di consulenza e revisione PricewaterhouseCoopers (PwC) fatti pervenire a un giornalista francese, di cui gran parte è stata pubblicata online.

"Un'emorragia di fondi, perfettamente legale, che sottrae risorse dall'economia del resto dell'Ue", scrive "L'Espresso", che pubblica l'inchiesta in esclusiva per l'Italia. "Dalle multinazionali alle banche, dalle imprese famigliari ai grandi marchi della moda, migliaia di società hanno trovato rifugio all'ombra del fisco leggero del Granducato: un sistema cresciuto anche grazie al lungo governo di Jean-Claude Juncker, premier per 18 anni e ora alla guida della Commissione europea".

Coinvolte aziende quali Procter & Gamble, Abbott Laboratories, Gazprom, Eon, GlaxoSmithKline, Heinz, Apple, Amazon, Verizon, Vodafone, AIG, Axa, Ikea, Deutsche Bank, FedEx, Coca Cola e Pepsi, così come una dozzina di gruppi elvetici: i bancari UBS, Credit Suisse, Julius Bär e Lombard Odier, Bâloise, Richemont, la holding Maus Frères (casa madre di Manor), SR Technics, Gate Gourmet, Temenos e Bucher.

In una conferenza stampa il primo ministro Xavier Bettel ha assicurato che le pratiche fiscali del Lussemburgo sono "conformi alle leggi internazionali" e ha ricordato che anche altri paesi vi fanno ricorso.

La Commissione europea, che ha aperto mesi fa un'inchiesta per capire se il Granducato abbia concesso, attraverso la pratica del "ruling", "sovvenzioni dissimulate" a Amazon e Fiat, "è pronta a sanzionare" il Lussemburgo se sarà confermata l'illegittimità delle sue pratiche fiscali, ha indicato la portavoce dell'esecutivo Mina Andreeva.

Ieri lo stesso presidente Jean-Claude Juncker, primo ministro del Lussemburgo dal 1995 al 2013, ha detto che "la Commissione farà il suo lavoro ed io mi asterrò dall'intervenire su questo dossier che riguarda la commissaria per la concorrenza (Margrethe Vestager) che deve avere grande libertà di azione. Io non la frenerò, perché lo troverei indecente".

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