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Mali: Le Pen chiede mea culpa; “Francia e Ue responsabili”

(Keystone-ATS) La leader dell’estrema destra francese, Marine Le Pen (Fronte Nazionale), attacca la Francia e l’Unione europea attribuendo loro la “pesante responsabilità” di aver armato i fondamentalisti islamici nel Sahel.

Intervistata da France Info, Le Pen ha detto che “l’esercito francese sta cercando di riparare in Mali le conseguenze di gravi errori politici e geostrategici da parte dei nostri leader, sia sotto il regno di Nicolas Sarkozy sia di François Hollande”, ha proseguito l’europarlamentare.

Il Partito di centrodestra Ump e il Partito socialista, ha aggiunto, “erano d’accordo per fare la guerra in Libia, e anche in Siria. Queste guerre hanno contribuito ad armare i fondamentalisti islamici che oggi sono nel nord del Mali”.

“I politici non potranno sottrarsi alle loro responsabilità”, ha avvertito la leader del Fn, secondo cui “anche l’Europa dovrà fare mea culpa, visto che ha pesanti responsabilità nella situazione attuale”. Marine Le Pen se la prende anche con il presunto “metodo” comunicativo di Hollande, che consiste nell’evitare di chiamare “combattenti islamici” i terroristi.

“Condanno fermamente il rifiuto del presidente Hollande, con tanto di ordine dato al governo, chiede di non parlare di fondamentalisti islamici. Si limita a parlare di terroristi”, accusa la leader dell’estrema destra, aggiungendo: “Quando si rifiuta di chiamare il male con il suo nome, è estremamente chiaro che il governo è incapace di capire la portata dei rischi che corre la Francia”.

Il settimanale satirico “Le Canard enchaîné”, sempre molto ben informato, scrive che il presidente francese ha chiesto ai ministri di non parlare di “combattenti islamici” ma di “terroristi”. Per la Le Pen, “Siamo in guerra contro il terrorismo islamico, e se non vogliamo vederlo, non sapremo contro chi combattiamo”. L’ex candidata alle presidenziali afferma anche che “Tunisia, Libia, Siria erano dei regimi probabilmente criticabili nel loro funzionamento, ma dei regimi laici che contribuivano a contenere la minaccia islamista”.

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