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Malta: patto segreto per riportare i migranti in Libia

I governi di Valletta e Tripoli avrebbero fatto un patto segreto per evitare l'arrivo di barconi di migranti a Malta, lasciandoli intercettare dalla controversa guardia costiera libica su indicazione delle forze armate maltesi. KEYSTONE/AP/JONATHAN BORG sda-ats

(Keystone-ATS) I governi di Valletta e Tripoli avrebbero fatto un patto segreto per evitare l’arrivo di barconi di migranti a Malta (il paese più piccolo dell’Ue) affidando alla guardia costiera libica il compito di intercettarli, su indicazione delle forze armate maltesi.

A rivelare l’accordo è stato oggi il Sunday Times of Malta, edizione domenicale del quotidiano più prestigioso dell’isola. Uno scoop che conferma quello che le Ong, Alarm Phone in particolare, denunciano da tempo. Fonti di governo, interpellate dal giornale, hanno tra l’altro giustificato l’intesa sostenendo che sia stata fatta sul modello di “quella che hanno stretto gli italiani con la Libia”.

Secondo il quotidiano maltese, il governo laburista di Joseph Muscat nel corso dell’ultimo anno avrebbe negoziato un coordinamento tra le forze armate maltesi (Afm, che includono la marina) e la controversa guardia costiera libica per far sì che i barconi vengano riportati in Libia prima che diventino di competenza di Malta.

Alarm Phone su Twitter ha rilanciato la notizia sottolineando che “sebbene non sia una sorpresa, ora è confermato che le autorità maltesi coordinano le intercettazioni in collaborazione con la Libia” e denunciando un’intesa che “impedisce alle persone di fuggire da una zona di guerra e viola le convenzioni internazionali per i diritti umani”.

Mentre l’alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha reso noto di aver chiesto al governo maltese spiegazioni su richieste di intervento da parte di Malta ai guardacoste libici, in particolare in un caso del 18 ottobre.

Ad accompagnare lo scoop, il Times of Malta ha pubblicato la foto di un incontro tra il colonnello maltese Clinton O’Neil, capo delle operazioni e dell’intelligence Afm, ed il vicepremier libico Ahmed Maiteeq, organizzato dall’ambasciatore maltese a Tripoli. In primo piano, un membro del gabinetto del primo ministro maltese, Neville Gafà, più volte accusato di corruzione nel rilascio di visti per ragioni mediche irregolarmente concessi.

Secondo il quotidiano, Gafà si sarebbe accreditato come “inviato speciale del premier Muscat” in incontri con il governo libico e lo scorso anno fu costretto ad ammettere di aver avuto un incontro con Hajthem Tajouri, leader di una milizia che gestisce un lager privato ed un racket di estorsioni.

Secondo quanto indicato da fonti di alto livello del governo, citate dal quotidiano, i primi contatti tra La Valletta e Tripoli risalirebbero allo scorso anno. “Ora abbiamo raggiunto un accordo che possiamo chiamare di ‘comprensione’ con i libici – ha raccontato la fonte -. Quando c’è un battello che si dirige verso le nostre acque, la Afm si coordina con i libici che li prende e li riporta in Libia prima che entrino nelle nostre acque e diventino di nostra responsabilità”.

La fonte governativa, secondo il Times of Malta, avrebbe anche sottolineato che senza l’accordo l’isola sarebbe stata “sommersa dai migranti”.

Dal gabinetto del primo ministro, un portavoce ha affermato che incontri bilaterali vengono continuamente condotti da Malta, aggiungendo che il paese “rispetta sempre” le convenzioni e le leggi internazionali. “La guardia costiera libica – ha aggiunto – è finanziata ed addestrata dall’Unione europea stessa per sostenere la gestione dei migranti e combattere il traffico di esseri umani”.

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