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Marocco: cerimonia per vittime attentato Marrakech

(Keystone-ATS) Si è svolta oggi a Marrakech una cerimonia in memoria delle 17 vittime – fra le quali tre ticinesi – dell’attentato che un anno fa ha colpito il café Argana, sulla centrale piazza Jamâa El-Fna. Assieme a famigliari e amici degli scomparsi, hanno preso parte alla commemorazione anche rappresentanti delle autorità svizzere e francesi.

Per la Confederazione era presente l’ambasciatore a Rabat, Bertrand Louis, ha indicato all’ats il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Accanto a lui, i ministri marocchini della giustizia e dell’interno, Mustapha Ramid e M’Hand Laenser, e il ministro francese della giustizia, Michel Mercier.

Dopo un’introduzione sulle note di “Imagine”, di John Lennon, alcuni famigliari delle vittime hanno preso la parola per “condannare l’odio” e lanciare un appello “per continuare la lotta contro questa barbarie”. Esprimendo il loro dolore per quanto accaduto, hanno tenuto a ringraziare il Marocco per l’aiuto e il sostegno forniti.

Agli interventi delle autorità, che hanno espresso la loro solidarietà alle vittime e ai loro parenti, ha fatto seguito la posa di una targa commemorativa e la liberazione di 17 colombe. È stato inoltre piantato un ulivo in segno di pace ed è stato osservato un minuto di silenzio.

In Ticino la giornata di raccoglimento in memoria delle vittime prevede, fra l’altro, una messa e una fiaccolata a Cadenazzo in serata. Quattro ragazzi ticinesi si trovavano al café Argana al momento del dramma. Tre di loro, due ragazzi e una ragazza hanno perso la vita, mentre un’altra giovane è sopravvissuta alle gravi ferite.

Il principale sospettato, Adil Al-Atmani, ha riconosciuto i fatti davanti al giudice istruttore, prima di ritrattate qualche mese più tardi e proclamarsi “innocente”. Nel processo di primo grado, Al-Atmani è stato condannato alla pena capitale. Hakim al Dah, l’ideatore dell’attacco, all’ergastolo. Quattro imputati sono stati condannati a quattro anni di reclusione, altri tre a due anni.

Il 9 marzo scorso, in appello, il tribunale antiterrorismo marocchino ha confermato la pena di morte per Al-Atmani e l’ha pronunciata anche per al Dah. La Corte ha pure inasprito la condanna per sei altri accusati, che dovranno scontare tra i sei e i dieci anni di reclusione. Sentenza immutata invece per un settimo imputato: due anni di carcere.

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