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Migranti: Juncker, Ue non è una fortezza e non lo diventerà

Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker stamane a Strasburgo. Keystone/AP/JEAN FRANCOIS BADIAS sda-ats

(Keystone-ATS) “L’Europa non è una fortezza, è e resterà il continente della solidarietà per quelli che hanno bisogno di un rifugio”. Lo ha affermato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel suo discorso odierno sullo stato dell’Unione a Strasburgo.

“Alla fine del mese la Commissione europea farà una serie di proposte sui rimpatri, la solidarietà con l’Africa e l’apertura di vie legali”, ha aggiunto Juncker rivolgendosi stamane al Parlamento europeo.

“Dobbiamo mettere fine con la massima urgenza alle condizioni di accoglienza in Libia” dei migranti, che sono “scandalose” e per le quali “sono rimasto atterrito”, ha detto ancora il presidente della Commissione.

Juncker ha anche lodato il comportamento assunto dall’Italia nell’accoglienza dei migranti: “Non possono parlare di migrazione senza pagare tributo all’Italia per la sua generosità. Nel Mediterraneo l’Italia ha salvato l’onore dell’Europa”.

Esclusa adesione Turchia nel prossimo futuro

Il mancato rispetto dello Stato di diritto “esclude l’adesione della Turchia all’Ue nel prossimo futuro. Ankara si allontana a passi da gigante da molto tempo”, ha detto ancora il presidente della Commissione europea Juncker al Parlamento europeo.

“L’Ue – ha affermato – conterà più di 27 membri ma tutti gli Stati che vorranno aderire dovranno mettere in primo piano lo stato di diritto”.

Il vento è di nuovo nelle vele dell’Ue

“Un anno fa non eravamo in un buono stato” ma l’Unione europea “ha mostrato che possiamo dare risultati” e “il vento è di nuovo nelle nostre vele”, ha detto Juncker riferendosi alla situazione economica.

“Abbiamo una finestra di opportunità ma non durerà per sempre – ha aggiunto -, dobbiamo usare questo tempo per finire quanto iniziato a Bratislava e completare la nostra agenda positiva.

“Siamo al quinto anno di crescita economica”, ha detto Juncker, rivendicando che la crescita ora è vicina a quella degli Stati Uniti, con il +2,2% per la zona Euro.

L’Unione europea ha “le porte aperte al commercio ma ci deve essere reciprocità”, ha proseguito Juncker, ricordando che il commercio è anche “esportazione delle politiche sociali” e che, sul piano pratico, “ogni miliardo di euro di esportazioni in più equivale a 14mila posti di lavoro in più”.

“Non siamo difensori ingenui del libero commercio”, ha detto ancora il presidente della Commissione. E ha preconizzato un “esame” delle proposte di investimenti stranieri nei settori strategici, portando ad esempio i casi di acquisti di “un porto strategico, di una società energetica o di una delle sociietà strategiche per la difesa”, che “possono essere fatti solo con un dibattito trasparente”.

“Vorrei che l’Ue fosse all’avanguardia nella lotta al cambiamento climatico”, ha affermato poi Juncker. A fronte del disimpegno Usa, ha aggiunto, “l’Europa deve fare in modo di rendere grande il pianeta”. Per questo “la Commissione presenterà una proposta di riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti”.

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