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Monte Bianco: traforo compie 50 anni, sfida diventata realtà

(Keystone-ATS) Il 16 luglio del 1965 i Presidenti della Repubblica di Italia e Francia, Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle, si incontrarono a Courmayeur per inaugurare solennemente il Traforo del Monte Bianco, simbolo di una sfida quasi impossibile.

“Giorno verrà che sotto il Monte Bianco si scaverà una strada carrozzabile e queste due vallate, quella di Chamonix e quella di Aosta, saranno unite”. Scriveva così, nel lontano 1787, Horace Benedict De Saussure, lo studioso naturalista svizzero, giunto sulla cima del Monte Bianco dopo una memorabile spedizione. Un sogno, quello espresso allora da colui che è considerato il fondatore dell’alpinismo, diventato realtà.

Oggi, a 50 anni dall’apertura al traffico della grandiosa opera, una giornata speciale celebra l’anniversario di questa complessa infrastruttura nata dalle lungimiranti visioni di pionieri dell’Europa, dalla sfida di progettisti innovativi e dal coraggio e dalla fatica di centinaia di operai e tecnici, il cui impegno in condizioni di estrema difficoltà ha contribuito ad unire non solo due Paesi, Italia e Francia, ma il Sud e il Nord del continente europeo. Per l’occasione, la Società Italiana Traforo del Monte Bianco (Sitmb), che fa parte del Gruppo Autostrade per l’Italia, organizza oggi a Courmayeur una giornata di ricordo di quell’evento e di riflessione sui temi della connettività e della frontiera.

“Le gallerie, come i ponti, – ha dichiarato il presidente della società Riccardo Sessa – contribuiscono ad annullare gli ostacoli che si frappongono all’incontro, alla reciproca conoscenza, allo scambio di culture e alla collaborazione fra i popoli. Costruito in un’epoca in cui i Paesi sembravano maggiormente interessati a primeggiare nella gara per la conquista dello spazio interplanetario, il Traforo del Monte Bianco si pone ora come allora quale esempio della capacità e della volontà degli uomini di superare tutti gli ostacoli sulla strada della convivenza pacifica e del miglioramento delle condizioni di vita sul nostro pianeta. L’amicizia tra l’Italia e la Francia, che cinquant’anni fa ha consentito di realizzare in comunione di intenti un’opera così singolare, si rinnova oggi in occasione dell’anniversario e continua ad essere una base importante per raggiungere nuovi e più avanzati traguardi”.

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