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Mosca: in 7 mila a “marcia russa”, sfilano anche i nazionalisti

(Keystone-ATS) In testa un’enorme bandiera imperiale tra icone, croci e cori ortodossi. Dietro giovani, studenti, teen ager, persino famiglie con bambini in un tappeto di bandiere giallo-nero-bianco (colori zaristi e monarchici), con l’aquila bicipite. Confinati in coda, i “duri” filonazisti e xenofobi, tenuti a bada da un rigido servizio d’ordine interno, la “vecchia guardia” nazionalista anni ’90 di Pomjat.

Niente ritratti di Hitler, e col solito slogan “La Russia ai Russi!” (il 56% dei russi lo condivide secondo un recente sondaggio) il nuovo motto “Basta sfamare il Caucaso!” contro i sussidi alle regioni povere e musulmane del paese, ottimo per metter d’accordo tutti. Testimonial d’eccezione Alexei Navalny, il blogger più famoso di Russia, nemico giurato di Putin e Medvedev, eroe dei liberali, e nazionalista dichiarato. O il ritratto composito della Marcia Russa, che a Mosca oggi ha visto sfilare 7’500 persone (meno delle attese) alla periferia sudest di Ljublino: una tradizione dal 2005 quando Vladimir Putin abolì la festa della Rivoluzione d’Ottobre per sostituirvi quella dell’Unità Nazionale, ricordo della cacciata dei polacchi da Mosca. Quest’anno la novità erano proprio gli aspri umori anti Putin, l’ex zar di ferro un tempo amato dai nazionalisti: “Abbasso il governo di ladri e truffatori!” tra i cori più in voga. Tutti d’accordo: alle elezioni alla Duma di dicembre “Non li voteremo!”.

Nonostante gli sforzi degli organizzatori per “addomesticarli”, non sono mancati saluti romani e offese all’Islam (“Fotti il Caucaso! Allah pederasta!”), o antisemite (“Medvedev ebreo!”). “Cecenia e Daghestan non sono Russia – dice Igor, 56, insegnante di storia in pensione – la nostra unica speranza siete voi, l’Europa Bianca”.

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